venerdì 21 dicembre 2012 27 vostri commenti

L'eterna panchina

Quindi siete pronti per i prossimi 150 anni?
Pronti ad essere testimoni del prossimo miglior statista scampato ai Maya?
Già perché alla fine dalle nostre parti finisce sempre così. Uno arriva col mantello rosso, superpoteri da supereroe e tanta folla festante. Poi qualche critica velata con un pizzico di sostegno e poi le solite frasi tipo "preferivate quelli di prima!". 
In pochi istanti però le promesse di lasciare il palazzo occupato spariscono lasciando il posto alla voglia di potere, alla voglia di incarico, alla voglia di democrazia cristiana che questo paese ha da quando è nato. 
Ora sarebbe troppo facile dire... LO AVEVAMO DETTO... ma chissenefrega lo diciamo lo stesso.... LO AVEVAMO DETTO. Quindi ora che dire  a tutti quelli, anche di sinistra, che mesi fa avevano esultato all'entrata del professore, che dire a quelli che ancora in questi giorni lo hanno difeso nonostante la presenza di un governo che non ha preso un provvedimento che sia uno in favore del lavoro e in questi giorni ha tagliato 400milioni di euro dall'Università mentre finanzia l'acquisto di aerei da combattimento. 
Che dire? 
Ora ci troviamo alle porte di una campagna elettorale che vedrà B. come al solito occupare le televisioni, raccontando nuovamente la favola di brutti sporchi e cattivi comunisti, con Monti che finalmente darà l'opportunità agli italiani di rivedere la loro Balena Bianca rispuntare dalle acque andando a braccetto con l'uomo che vuole abolire lo Statuto dei lavoratori, tenendo però il maglioncino sulle spalle, e un centro sinistra che sta rimanendo col cerino in mano... molto corto... e ha paura di dire che c'è bisogno di una vera sinistra e che il centro se lo possono anche tenere.
Pessimismo cosmico? Mah... lo definirei quasi più realismo, si perché agli italiani alla fine piace essere comandati da uno "forte" che ogni tanto, spesso, li fotte anche, ma forte, agli italiani piace la tranquillità del centro che garantisce ai molti che ancora adesso godono delle loro ricchezze la stabilità... la loro ribadisco. 
E noi? Sembriamo destinati ad un'eterna panchina di una partita interminabile che non ha nemmeno l'intervallo, sempre pronti alla chiamata di un mister che a volte si gira, ti fa riscaldare per 20 minuti e poi ti dice di risederti rigorosamente a sinistra.
giovedì 13 dicembre 2012 24 vostri commenti

Morti che camminano

Lentamente stiamo morendo, o forse siamo già morti ma non ce ne accorgiamo neppure. Continuiamo a camminare come zombi per le strade delle nostre città guardando vetrine, evitando uno due tre clochard inginocchiati in mezzo alla via col cartello appeso al collo, imprechiamo un po' per il rumore, qualcuno sospeso tra una sigaretta e l'altra, qualche altro con la mente che vaga... Imu... Ici...
Nel frattempo la gente muore davvero.
Nelle corsie degli ospedali perché mancano medicinali, dimenticati dalle istituzioni, vittime di scelte sbagliate o cure che nessuno riesce a dare perché i fondi, quelli in denaro, dall'alto non arrivano più. Perché qualcuno in questo paese ha deciso che i numeri sono più importanti della salute delle persone, qualcuno ha deciso che sulla bilancia deve pesare di più quella che i professoroni chiamano stabilità piuttosto che l'assistenza ad un anziano o ad un disabile, qualcuno ha deciso che sui lavoratori di quel settore non si deve investire un euro, anzi si deve risparmiare.
Nessuno pensa però alla stabilità della vita di coloro  che non possono nemmeno più essere certi, da anni, di ricevere cure almeno normali. Nessuno pensa alla stabilità psicofisica di tutte quelle famiglie che dal prossimo anno si vedranno respinte richieste di assistenza o riabilitazione per ragazze e ragazzi disabili.
Andrebbero date risposte politiche chiare, prendendo posizioni nette nei confronti di provvedimenti che calpestano ogni giorno la dignità delle persone.
Andrebbero date risposte di piazza  non da pare delle singole categorie, ma generali, invece durante gli scioperi si assiste sempre di più allo scivolare dei cittadini lungo i cordoni del corteo, quasi come se ormai la protesta fosse diventata optional aggiuntivo di un qualunque giorno feriale.
Andrebbero date risposte maggiori da parte di alcuni lavoratori che mandano sempre avanti gli altri, che non si "mischiano in queste cose", che davanti ad una macchinetta del caffè si trasformano in Robespierre ritornando poi a vestire gli abiti di un Fantozzi qualunque appena svoltato l'angolo.
Andrebbero date, ma non le diamo. Anzi.
mercoledì 5 dicembre 2012 16 vostri commenti

Perché i Maya ci hanno visto in faccia

Perché faremo fatica a salvarci. E' così.
E' una di quelle sfide davvero difficili, tipo quelle che da piccoli vedevamo nei film targati USA dove il buono viene massacrato per 30 minuti di seguito e poi come per magia si rialza e batte tutti.
In questo caso però il finale francamente sembrerebbe meno scontato, o almeno potrebbe assomigliare di più ad uno di quei film che terminano malissimo e lo spettatore si guarda in faccia incredulo perché abituato ai lieto fine.
Gli interpreti siamo noi, tutti. Il copione è la vita di oggi. 
Le scene sono tante, diverse. Dalle semplici camminate nelle strade principali delle nostre città tra un uomo e una donna che chiedono l'elemosina e la massa di clienti natalizi in cerca di regali. Primi piani di persone che sfilano in piazza dietro a bandiere e striscioni, contendendosi ormai solo lo spazio per la protesta, prenotandosi in un registro virtuale degli scioperi. 
Milioni di disoccupati che non si decidono a manifestare in maniera permanente, e noi ad aspettarli come fossero Godot. Milioni di occupati che si vedono cambiare contratti, assistono alla distruzione del diritto e non capiscono che l'unione fa veramente la forza. Tanti troppi che sono passati ai piani alti, credendosi forti solo perché hanno trasformato i volti dei colleghi in numeri da tagliare e dimenticare.  Quelli che stanno ai posti di comando con paraocchi e paraorecchie, dritti e decisi, pronti solo a preoccuparsi che sul loro curriculum ci sia apertamente scritto "Jena Interinale" per il prossimo incarico. 
Quelli che "si fottano loro e le loro manifestazioni, io ho fatto 1 ora di coda", quelli che "se facessimo tutti così!", quelli che fanno la rivoluzione col sedere degli altri, quelli che firmano in bianco tutto e poi però se la prendono con chi ha letto ed era contro.
Si faremo fatica a salvarci, ma che il nostro sudore dimostrerà il livello della nostra lotta.

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