lunedì 26 febbraio 2018 14 vostri commenti

A volte tornano, qui spesso.

Alla fine siamo arrivati al rosario nella mano destra e dall'altra il Vangelo con tanto di sfondo della Costituzione, manca il canarino fuori dalla finestra e l'Italiano vero è fatto. 
Stiamo parlando di un personaggio, Salvini,  che qualche anno fa voleva bruciare la bandiera italiana e ora invece la innalza come simbolo del suo partito. Quello che del prima i piemontesi, i siciliani, i sardi, i marchigiani. Uno che nei suoi post riesce anche ad infilare De André, che cita Sandro Pertini dicendo che anche lui sarebbe stato per il "prima gli italiani". La follia della comunicazione. 
Se vogliamo dirla tutta quello che in questo momento a mio avviso rappresenta meglio gli italiani. 
Spero di sbagliarmi ma credo che la sera del 4 marzo ci troveremo catapultati nuovamente a 24 anni fa, con una maggioranza di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Con un contorno di movimenti di estrema destra a sostenerli. 
Dico questo perché sento i discorsi nei corridoi, sui social (che sarebbe meglio abbandonare) ma non solo ultimamente. 
Se dopo 24 anni esiste ancora una percentuale di italiani tra il 15-18%, direi, decisa a dare il voto ad uno come Berlusconi è chiaro che questo paese ha un problema non da poco. Basterebbe citare tutte le leggi vergognose che i suoi governi hanno fatto. Ma qui si dimentica facilmente. 
Dall'altra parte vedo che a sinistra siamo quasi più impegnati a denigrarci uno con l'altro, come a volersi rubare qualche manciata di voti, una sorta di ammissione che non siamo più capaci a parlare al cuore della gente e quindi i consensi li cerchiamo tra di noi. 
Spero di sbagliarmi ma il futuro mi sembra alquanto nero. 
martedì 6 febbraio 2018 24 vostri commenti

E' normale

Tutto rientra ormai nella normalità. Qualche giorno sulle prime pagine dei giornali, indignazione o esaltazione tramite social. Punto. 
Uscire di casa con una pistola carica, salire in macchina, puntare gli immigrati e sparare contro persone e vetrine rientra nella normalità di una società che ha deciso di non leggere certi messaggi. 
Dichiarare solidarietà ad un uomo che spara in mezzo alla folla è ritenuto normale. 
Entrare in una riunione democratica, interromperla e leggere un comunicato fascista, con tanto di divisa squadrista e metodi allegati rientra nella normalità.
Scrivere nel giorno della memoria insulti xenofobi rientra nella normalità.
Una specie di mondo sottosopra dove chi cerca di professare parole di accoglienza, di democrazia, di lotta al fascismo viene tacciato come fuori dalla storia. Superato. 
E' una situazione preoccupante. Dimentichiamo tutto facilmente, abbiamo già messo da parte la testata di un intervistato ad un giornalista e le manifestazioni per ricordare i repubblichini. Ragazzate per molti. 
Le ragioni sono tante e anche i colpevoli, ma fondamentalmente questo è un paese che non ha mai smesso di essere fascista, riprendendo i connotati abbandonati per un attimo già a partire dal 1946.  Siamo quelli del non sono razzista/fascista però... Un mix pericolosissimo in un momento in cui la sinistra perennemente divisa non riesce più a parlare alla gente, e nello stesso tempo la gente non ascolta e ha messo da parte valori fondamentali. Che richiedono impegno e fatica.
Sottovalutiamo la Storia che cerca di insegnarci cose già viste, pagine strappate che fa comodo non vedere. 
E' buio.

giovedì 1 febbraio 2018 15 vostri commenti

Discesa senza particolari


Siamo accerchiati dall'individualismo ma con molta probabilità non ci accorgiamo del particolare. Quel dettaglio che può significare molto in una persona, una caratteristica di chi abbiamo di fronte in quel momento. 
Forse il qui ed ora sono stati spodestati dall'aggrovigliarsi dei pensieri quotidiani. Può capitare, a me succede parecchio, di essere fisicamente in quel momento presente ma col pensiero ad altro, perdendo così il particolare di quella situazione. 
Credo stia succedendo in tutti gli ambiti delle nostra vita. Sul lavoro la vecchia catena di montaggio è entrata a pieno diritto nelle relazioni umane. Dentro uno fuori l'altro, caselle all'interno di un bilancio. Luoghi dove le persone particolari danno anche fastidio, da evitare. 
Mi tornano in mente gli attimi passati alle elementari e alle medie a giocare a colletto con le figurine dei calciatori, un'attenzione ad un particolare che richiedeva tempo, voglia e pazienza. Tre cose che sembrano non appartenere a questo periodo. Magari mi sbaglio e come spesso succede tutto torna e ritorna. 
Forse è solo colpa di questo momento elettorale che mi mette tristezza per le cose che si sentono e soprattutto che non si sentono in giro, per le candidate photoshoppate che hanno messo nel loro programma l'abolizione delle occhiaie,  forse è per il Casini Houdini, o per Salvini capolista in Calabria,  forse per l'ennesimo ritorno del Caimano che sostanzialmente non se n'è mai andato visto che è dentro ad ogni italiano o semplicemente perché stiamo assistendo all'ennesima gara di chi sta più a sinistra (o a destra a seconda di come la si pensi) dell'altro. 
Chissà magari prima la nostra discesa come biglie si arresterà.
Forse.

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