venerdì 27 ottobre 2017 21 vostri commenti

Ritratti nel tempo



I compleanni sono appuntamenti che ricordano lo scorrere del tempo assieme a qualche amica ruga che cresce insieme a noi con la quale abbiamo ormai un appuntamento fisso davanti allo specchio ogni mattina. 
Il mio è con quelle che fin dai tempi delle elementari ho sulla fronte, perché nonostante i buoni propositi, penso, mi preoccupo e mi arrabbio troppo, spesso inutilmente.
Sono segni, compagni di viaggio che ci ricordano ogni nostra espressione di felicità, di rabbia o di preoccupazione. Piccoli percorsi tracciati sulla faccia che ci riportano a situazioni, persone incontrate e lasciate, errori o scelte difficili da prendere, cose dette di troppo o non dette, passi fatti o non fatti attraverso le porte scorrevoli che abbiamo incontrato. 
La cosa importante è cercare di non apparire e provare ad essere, ponendosi anche all'ascolto e mai su un piedistallo, lasciando perdere come gli altri ci ritraggono.
E' dal 25 ottobre di 42 anni fa che cerco di farlo, con sempre meno filtri, e ora  anche di trasmetterlo ad una creatura di 90 centimetri circa.
Si fa quel che si può.
lunedì 23 ottobre 2017 25 vostri commenti

Scatole vuote ma autonome

Diversi milioni di euro.
Ecco basterebbe fermarsi qui per capire quanto fa girare le scatole una spesa del genere per due referendum che si potevano evitare visto che esiste già una strada legislativa da percorrere in caso di richiesta di autonomia. 
La cosa che però di più spaventa è la via tracciata verso l'azzeramento dei principi di solidarietà,. Viviamo in un periodo in cui i muri sono all'ordine del giorno e chi sta bene, o meglio, non ci pensa nemmeno a condividere ciò che ha.
Spesso è fumo negli occhi da buttare in faccia alla gente. Autonomia non è sinonimo di funzionamento, di risparmio e di efficienza. Ultimamente badiamo sempre di più al contorno e sempre meno al contenuto o alla capacità di chi fa determinate leggi. 
Prendiamo ad esempio il nostro Sistema Sanitario Nazionale, invidiato negli anni e poi lacerato, nato il 23 dicembre del 1978. Al governo c'era Andreotti sostenuto da un monocolore democristiano. Fatevi un giro adesso nelle Regioni, venite a vedere cosa sta facendo Regione Liguria alla Sanità, non è autonoma vero ma molte delle competenze di quel settore dipendono già dai governatori. Tagli alle riabilitazioni per disabili e psichiatrici, pronto soccorso che sopravvive facendo aspettare le persone all'infinito, un disegno politico per spostare l'asse verso la privatizzazione.
Guardare il dito mentre dietro sta succedendo di tutto non ci porterà a nulla, è assurdo non capire che referendum come questi suonano più come eventi di campagna elettorale a spese della comunità. Poi la persone hanno votato, evviva quindi la democrazia. Ma i contenuti non cambiano.
Alla fine è sempre una questione di soldi.
lunedì 2 ottobre 2017 24 vostri commenti

Sangre

Le immagini che arrivano dalla Catalogna sono un pugno nello stomaco, non molto distanti da ciò che abbiamo visto a Genova nel 2001. Violenza contro tutti, anziani trascinati via colpiti in testa più volte, sanguinanti. Scene che indignano, che provocano brividi lungo la schiena e rabbia tanta rabbia per delle divise che ancora una volta commettono atti indegni.
L'affare Catalogna non è una questione di questi ultimi anni ma ha radici lontane, quindi difficile davvero limitarla ad un semplice commento. Necessiterebbe credo di molte riflessioni. Il mio modo di pensare, i miei valori e ideali, mi portano a non amare i confini, le divisioni e i muri. Sono lontano anni luce da chi ha una spinta indipendentista. Sono convinto però che stiamo assistendo  ad una massima espressione dell'arroganza del potere che sceglie spesso, sempre, la strada della violenza invece di parlare, dialogare, cercare di capire le ragioni di chi scende in piazza.
La mia paura è che la maggior parte delle persone scese in piazza pur credendo davvero nell'essere "catalani" sia stata spinta da cattivi maestri interessati solamente alla questione economica. Purtroppo ormai la maggior parte delle scelte politiche e delle decisioni hanno le loro basi nel non volere spendere soldi per gli altri, dal tenersi le proprie risorse. La Catalogna è la nazione più ricca della Spagna con un’industria più sviluppata, 609mila imprese attive e un Pil di oltre 200 miliardi di euro paragonabile ai paesi come la Finlandia o il Portogallo. 
Davvero un'argomento spinoso, difficile, che si muove sul confine tra la libertà dell'individuo di decidere e la solidarietà tra i popoli. 
Ciò che sicuramente viene fuori da queste ultime vicende è un Europa, e in questo caso una nazione, che tende a dividersi, dove le ragioni nazionaliste spesso sono supportate dal denaro. 
Manganelli, muri, divisioni e soldi.
Buio.

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