venerdì 30 settembre 2016 13 vostri commenti

Emilie

Faccio fatica a leggere certe notizie. Si tratta di un profondo fastidio che porta a scuotere la testa come voler dire non è possibile. Non riesco nemmeno ad immaginare il dolore dei genitori di Emilie, ragazza francese di 17 anni che si è tolta la vita lo scorso gennaio. 
Una depressione che i genitori pensavano fosse dovuta alla loro separazione per poi scoprire un diario  dove Emilie aveva annotato la sua sofferenza quotidiana che doveva affrontare ogni giorno tra i banchi di scuola. Colpevole di non vestirsi alla moda e di studiare, di non essere come tutti gli altri diventando così obiettivo di insulti terribili.
Scene che probabilmente anche in questo momento si stanno ripetendo, troppo spesso lasciate correre da chi invece dovrebbe intervenire.
Il silenzio è alla pari degli insulti dei bulli come il voltarsi dall'altra parte. 
Lei voleva essere solamente sé stessa, gli altri no.
venerdì 23 settembre 2016 18 vostri commenti

Lapalissiano

Niente Olimpiadi. Ognuno chiaramente avrà la sua opinione. Credo però che non si parli di un aspetto fondamentale, ossia il fatto che ogni manifestazione sportiva debba per forza essere accompagnata da spese assurde, interventi su impianti e costruzioni varie.
Una manifestazione sportiva, se parliamo ancora di questo, dovrebbe esistere a prescindere da tutto e aggiungo che gli impianti sportivi dovrebbero essere a norma al di là di un'imminente Olimpiade o Mondiale che sia.
Perché davvero qualcuno mi deve spiegare (lo so) il motivo per il quale Mario di 7 anni debba correre in un impianto pericoloso per la sua incolumità, perché la signora Maria che ogni mattina va a fare AcquaGym rischi qualcosa, perché il Pulcino di una squadra di calcio di periferia ogni volta che entra in campo deve toccare ferro.
Ma sarà troppo tardi probabilmente quando lo capiranno.
venerdì 16 settembre 2016 26 vostri commenti

Colpevoli

Cosa sta succedendo? Tutto viene tritato in pochi attimi, un passaggio e via come se ogni cosa facesse parte di un puzzle impazzito e infinito. Anche la storia del lavoratore investito davanti ai cancelli della fabbrica rischia di passare inosservata, finita già in fondo alle pagine dei giornali. 
Un fatto del genere meriterebbe la risposta del paese stesso, anni fa in questo momento ci sarebbero stati scioperi spontanei, chiusura delle catene di montaggio. Ora nulla. Adesso molti non sanno nemmeno del fatto o magari non lo ritengono nemmeno grave, perché la cultura che si sta affermando nei posti di lavoro è quella dell'individualismo, del pensare al proprio posto, al proprio benessere non al collettivo.
Spesso la solidarietà viene a mancare, lo sciopero viene vissuto come un optional non come un diritto acquisito grazie alle lotte di milioni di persone, che in alcuni casi hanno dato anche la vita.
Qualcuno dirà che la verità non è ancora emersa, diranno che nessuno ha dato l'ordine di partire al camion, parleranno di casualità, ma in questo mondo purtroppo non sembra assurdo un tale fatto perché ormai tutto è possibile in un paese dove i lavoratori spesso sono trattati da sudditi, dove si rischia ancora il posto di lavoro per scioperare, dove ci sono privilegi per pochi e fatica e sudore per molti, dove le lotte vengono viste come ricordi del passato, dove i datori di lavoro cercano di dividere i lavoratori per non avere rogne, dove su tutti comandano gli Yes Man.
Siamo tutti colpevoli purtroppo per aver rinunciato a lottare in passato e per non farlo abbastanza adesso.
giovedì 1 settembre 2016 20 vostri commenti

Reality day

Ora mi aspetto la richiesta di portare al ministero le fedi come dono alla patria natia. Se non fosse la realtà quella della campagna del fertility day, si potrebbe pensare ad un pezzo del film di Antonio Albanese.
Invece si tratta della triste realtà di un governo imbarazzante, composto da ministri impresentabili e impreparati, una su tutte la Lorenzin.
Quella che senza laurea si ritrova a capo del ministero della Sanità, e non ci sarebbe niente da ridire sulla mancanza di titoli se non per il fatto che ai comuni mortali un titolo del genere viene richiesto solo per mandare un curriculum al giorno d'oggi.
Forse il ministro non sa, o forse si, che la scelta di diventare genitore rientra nella sfera privata di una donna, di una coppia, non sa che in questo momento ci sono persone che per anni provano ad avere figli non riuscendoci, a volte andando incontro a momenti difficili, non sa che ci sono persone che scelgono consapevolmente di non averne e non vanno biasimati per questo,
Forse il ministro non sa, o forse si, che gli stipendi in questo paese sono fermi da anni, che non si rinnovano più contratti, che la stabilità di un posto di lavoro si ha solamente per pochi minuti, che il suo capo ha preso in giro tutti con la storia dei co.co.pro diventati voucher, che i Marchionne Boys ad un colloquio di lavoro chiedono ad una ragazza se vuole mettere su famiglia.
Magari ignora il fatto che i comuni mortali per mantenere i figli devono fare ore e ore di straordinario, che molti solamente grazie all'aiuto dei nonni riescono ad andare avanti, che vicino agli asili hanno aperto gli sportelli della Findomestic, che tra poco inizieranno le scuole e per quella che si chiama scuola dell'obbligo per comprare i libri ci vorrebbero 1400 giacche di Geppetto.
Consiglio un giro in quella che si chiama realtà.

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