venerdì 29 gennaio 2016 12 vostri commenti

Storie di ordinaria e straordinari re-esistenza


Ci eravamo lasciati con la brutta notizia dei tagli che Regione Liguria ha deliberato creando enormi difficoltà al  Teatro dell'Ortica, e non solo, col quale collaboro e che si occupa di teatro sociale. Laboratori e spettacoli con detenuti e bambini delle scuole elementari e medie, pazienti psichiatrici con operatori, attori e cittadinanza, ragazzi down e donne che subiscono violenze.
Purtroppo dal punto di vista dei finanziamenti non ci sono buone notizie, la Regione non ha aperto le casse e i 20mila euro che sarebbero serviti per i laboratori non ci sono. La città sta rispondendo, abbiamo avuto tantissimi attestati di stima e condivisione del nostro problema. Alcuni operatori della salute mentale hanno raccolto per noi 770 euro un gesto meraviglioso, che ci ha commosso. La settimana scorsa in una SOMS abbiamo fatto una cena solidale per raccolta fondi raggiungendo 1500 euro.
Non ci arrendiamo. Vogliamo andare avanti e garantire i LABORATORI TEATRALI. Per questo motivo DOMENICA 31 GENNAIO faremo un corteo artistico che partirà da Piazza Raibetta (in fondo a San Lorenzo) alle ore 17.30 per raggiungere Palazzo Ducale dove si terrà un incontro sul TEATRO SOCIALE, per parlare della sua importanza, del suo valore che rappresenta, "Storie di ordinaria e straordinaria re-esistenza". Oggi di noi parla anche Repubblica.
Domenica ci saranno interventi degli addetti ai lavori, di chi partecipa ai laboratori, alternati   a pezzi teatrali tratti dall'ultimo spettacolo "L'ALTRA BELLEZZA" che abbiamo messo in scena al teatro della Corte.
Lanceremo anche la campagna di raccolta fondi tramite piattaforma crowdfunding Produzioni dal Basso di cui poi vi parlerò.
Se passate dalle nostre parti domenica non tiratevi indietro, vi aspettiamo, nel caso vestitevi di nero, il perché lo capirete.
mercoledì 27 gennaio 2016 12 vostri commenti

Tute blu

Ho ancora ben presente quel ricordo. Quelle parole di mia madre, "Fate piano perché papà dorme". Quando ero piccolo forse non capivo totalmente. Non capivo perché papà a volte dovesse dormire di giorno. Ricordo la sua entrata in casa magari alla mattina presto e quel nostro, mio e di mio fratello, andare a giocare proprio davanti alla sua camera mentre cercava di dormire.
Mio padre ora è in pensione, era un operaio Italsider. Uno di quelli che si faceva chilometri a piedi e in autobus, non abbiamo mai avuto la macchina, per entrare in turno. Uno di quelli con la tuta blu tatuata addosso, che ancora abbiamo a casa, che scendevano in piazza per il collettivo.
Oggi Genova è ancora una volta vicino ai suoi operai, quelli rimasti, alle sue fabbriche che sono state abbandonate dallo Stato italiano, svendute prima, illuse poi.
In questi giorni nelle nostre strade stanno sfilando le tute blu con il consenso, a parte qualcuno, dei concittadini. Oggi la polizia ha fermato il corteo per non farlo andare in centro, perché manifestare da ancora fastidio. Due schieramenti uno di fronte all'altro, padri e madri di famiglia contro. Poi una poliziotta si è tolta il casco per dare la mano ad un operaio, forse un gesto spontaneo.
Le proteste di questi giorni hanno ottenuto un incontro alla presenza di un sottosegretario del governo, Renzi probabilmente sarà in giro a fare battute poi lui non può apparire quando si tratta di cose negative. Vedremo come andrà a finire. 
Noi a Genova la tuta no ce la togliamo, questo deve essere chiaro.
venerdì 22 gennaio 2016 20 vostri commenti

Vista sull'alluvione


Spesso ce la prendiamo con le istituzioni, con i politici, con le amministrazioni. Poi succedono cose che dovrebbero far riflettere, che fanno capire che il problema a volte sta anche alla base.
Come sapete Genova ogni anno, sto toccando ferro, ha la sua alluvione. Quei morti sono ancora nei nostri pensieri, vite che sono state portate via in pochi minuti. Danni che non potranno mai essere risarciti.
Ultimamente pare che la soluzione, o almeno una parte, del problema possa essere la costruzione di uno scolmatore per il famoso, purtroppo, torrente Fereggiano. Una struttura che stanno costruendo in Corso Italia, per chi conosce Genova la promenade con vista sul mare, quartiere diciamo così di "ricchi", persone che stanno bene, a volte anche "non genovesi" che si fanno vedere ogni tanto con la casetta a due passi dal mare.
Fin qua semplice cronaca. 
Peccato che 9 famiglie, anzi 8 perché una si è ritirata, hanno pensato bene di fare un ricorso contro la copertura del cantiere dello scolmatore perché secondo loro danneggia l'immagine, definita "uno sfregio al paesaggio".
Nessuno vuole togliere il diritto di fare un ricorso, ci mancherebbe, quindi il movimento 5 stelle di Genova può stare tranquillo. Ma mi domando come si possa minimamente pensare di provare a bloccare la costruzione di una struttura che potrebbe essere utile alla causa di tutti per questioni di "bellezza".
Non mi piace ragionare in termini di classi, che esistono ancora sia chiaro, ma qui sembra davvero di avere a che fare con quelli che vivono in una palla di vetro.
Per noi che viviamo con gli allerta ogni volta che piove, meglio avere l'occhio infastidito da una bruttura architettonica, tra l'altro temporanea perché sparirà una volta finiti i lavori, piuttosto che svegliarsi con un metro di acqua in casa.
Noi negli ultimi anni quando parlavamo di vista intendevamo l'immagine in alto... sotto tutta quell'acqua c'è via Fereggiano e purtroppo delle vite.
Ma spesso il termine collettività non si riesce proprio a capire.
mercoledì 20 gennaio 2016 25 vostri commenti

Tic Tac

E con oggi sono 365 giorni senza sigarette, senza quel gesto che ultimamente era diventato troppo naturale. Una conseguenza automatica, un virgola tra le parole caffè e pausa. Non fumavo troppo, passavo anche qualche giorno senza accenderne una, facendone altri invece, quelli più intensi, con la sigaretta in mano.
In realtà non volevo scrivere di questo, ma si sa la natura umana ogni tanto ha bisogno di compiacersi e di condividere i traguardi, se tali sono, con gli altri. 
Oggi volevo dare ragione ad un amico, Carlo, che nel suo blog ci mette in guardia. Da che cosa? Dal silenzio, dal "lasciamo perdere". Quell'atmosfera che purtroppo accompagna spesso i governi che si dicono di centro sinistra (non dico nemmeno più sinistra).
In passato quando al governo c'era lui, sapete chi, i post  intasavano la rete, anatemi contro l'imbonitore di folle. Adesso effettivamente troppo silenzio.
Pensare che il non eletto di Firenze ha portato a termine il lavoro del compare di Arcore, ha modificato leggi contro le quali quelli che ora le votano in parlamento erano scesi in piazza.
Già le piazze... quelle che non occupiamo più, che abbiamo occupato troppo poco in passato, che abbiamo lasciato ad altri.
Carlo ha ragione, dobbiamo riappropriarci degli spazi, occuparli, non lasciarli e non mollare. Io per primo che in questi mesi, per troppe cose, ho scritto meno.
Ora una sigaretta ci vorrebbe ma in tasca ho solo Tic Tac, un po' come il tempo che corre e che noi dobbiamo cavalcare.
lunedì 11 gennaio 2016 4 vostri commenti

Starman

Ci sono personaggi che ai nostri occhi sembrano eterni, parte della nostra vita passata e presente, che diamo per scontato. Artisti che hanno creato pezzi musicali diventati colonna sonora della nostra quotidianità.
Ieri sera ho rivisto il tributo a Freddy Mercury del 1992. Per un attimo sono stato catapultato negli anni 90, nella mia adolescenza, quando consumavamo le cassette e i cd erano una conquista per pochi, quando aspettavamo Superclassifica Show per sapere chi era il primo del momento. 
Lo stadio di Wembley completamente pieno, composto, una marea di mani che si alzavano per tenere il ritmo dei pezzi che venivano interpretati sul palco dai Metallica, Seal, Lisa Stanfield, George Michael, Lisa Minelli, Extreme, Def Leopard, Zucchero, Annie Lennox, Guns 'N Roses e molti altri tra cui il "Duca" David Bowie.
La notizia di oggi ci riporta alla dura realtà della vita, ma la musica va oltre, non si ferma come le stelle.


venerdì 1 gennaio 2016 10 vostri commenti

Punto e a capo

Il primo giorno dell'anno ha sempre un fascino particolare. Una vena di tristezza ma anche una sorta di punto e a capo per ripartire. Vero è questo è solamente un punti di vista di noi uomini che crediamo di poter dare una svolta grazie a delle scadenze stabilite. Dal prossimo anno niente dolci, niente sigarette, niente spese pazze e via di seguito. Il tempo alla fine è uno solo.
Non amo particolarmente il capodanno ma l'ho sempre festeggiato, non mi piace la piazza, possibilmente se riesco mi bastano degli amici cari, una tavola abbastanza imbandita, del buon vino, qualche sigaretta (una vola ora è quasi un anno che non ne tocco una), magari una chitarra e il gioco è fatto.
I migliori capodanno comunque rimangono quelli di una volta, quando tutta la famiglia era riunita. Antipasti infiniti, primi e secondi e vi risparmio il resto. Il bello era lo stare insieme, grandi e piccoli che non aspettavano altro. Quando eravamo più piccoli ricordo che passavamo dal cantare in genovese al classico mercante in fiera, tombola e sette e mezzo. Fino alle 4 del mattino e oltre. Tre o quattro generazioni che si divertivano.
Ora forse festeggiamo talmente tanto, mangiando e bevendo che il capodanno sembra solamente l'ennesima tappa di una festa continua.
A prescindere da tutto questo, e dalla vena un po' malinconica, vi auguro un felice 2016. Il vecchio io  lo voglio proprio mettere da parte, purtroppo mi ricorderà per sempre la perdita di due persone meravigliose.
Questa è la vita si dice, è così.
Quindi punto e a capo.

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