giovedì 29 gennaio 2015 20 vostri commenti

Se questo è il presente

In questi giorni di Tweet, di votazioni on line dalle 9 alle 14, di correntine, di elenchi di nomi, di candidati alla Magalli, di professori che hanno svenduto le industrie italiane, di dissidenti che tengono famiglia, di reti a sinistra che non riescono nemmeno ad incontrarsi nello stesso posto, di Nazzareni e Ponzi Pilati, di fascistelli con accento toscano che senza essere eletti impongono nomi, di cavalieri che rimangono in sella, di commenti sui social network che rispecchiano sempre di più il paese, di Democrazia Cristiana che non ci lascerà mai... mi rileggo il discorso di insediamento di Sandro Pertini...

"Bisogna sia assicurato il lavoro di ogni cittadino. La disoccupazione è un male tremendo che porta anche alla disperazione. Chi vi parla lo può dire per personale esperienza acquisita quando in esilio ha dovuto fare l'operaio per vivere onestamente. {...} Bisogna risolvere il problema della casa perché ogni famiglia possa avere una dimora dignitosa, dove poter trovare un sereno riposo dopo una giornata di duro lavoro. {...} Ma se a me, socialista da sempre, offrissero la più radicale delle riforme sociali a prezzo della libertà, io la rifiuterei, perché la libertà non può mai essere barattata. {...} La Repubblica sia giusta e incorrotta, forte ed umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati. Così l'hanno voluta coloro che la conquistarono dopo vent'anni di lotta al fascismo e due anni di guerra di liberazione. {...} Non posso non ricordare i patrioti con cui ho condiviso le galere del tribunale speciale, i rischi della lotta antifascista e della Resistenza. Non posso non ricordare che la mia coscienza di uomo libero si è fondata alla scuola del movimento operaio di
Savona e rinvigorita guardando sempre ai luminosi esempi di Giacomo Matteotti, di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti, di Carlo Rosselli, di don Minzoni e di Antonio Gramsci, mio indimenticabile compagno di cella."

...probabilmente sono troppo ancorato al passato, ma se il presente è questo...
lunedì 26 gennaio 2015 25 vostri commenti

W Zapatero... ah no scusate... W Tsipras!

Ha vinto Tsipras! W Tsipras!
Molti urlano in queste ore, io compreso.
Sotto voce però tanti, la maggioranza credo, dice "però l'importante è che stia in Grecia"... "e ma da noi non si può!".
Una triste verità la nostra, dove per mancanza di teste pensanti, e di popoli,  dobbiamo sempre guardare all'estero.
Chi non ricorda, W Zapatero! In quel momento si era tutti spagnoli!
Ora greci.
Qui nel frattempo quelli che dicono di essere di sinistra se ne stanno al caldo del loro posto in parlamento ottenuto grazie al Pd continuando a dire "attenzione che mi dimetto! Ora lo faccio giuro che lo faccio!"... oppure sono a litigare per una sede in comune... oppure per un nome e una bandiera.
Quanti movimenti-gruppi-reti-oquellochevoletevoi abbiamo visto passare sotto i nostri occhi? Io ho perso il conto. Rifondazione, Sel, Rivoluzione Civile, Lista Tsipras e tutte le altre che ora non sto a scrivere.
Non basta cambiare nome.
Servono progetti, idee chiare, persone oneste (ci sono state e ci sono) e coerenza.
Poi c'è un altro lato della faccenda. L'Italia è l'Italia (bravo direte voi). In Grecia molti hanno conosciuto cosa vuol dire la parola fame, cosa vuol dire essere povero, rimanere senza lavoro da un giorno all'altro. Qui molto probabilmente siamo ancora messi bene perché a parte i soliti noti (ormai ai cortei siamo parenti) quando si scende in piazza si è in quattro gatti si fa il solito corteo e poi si ritorna a casa. Per prendere voti da noi basta parlare come  quello che per 20 anni ci ha governato... basta che il politico di turno magari ci risolva il problema o ci sistemi l'amico dell'amico dell'amico. Altre storie, altra gente negli altri paesi ci stanno giorni in piazza, settimane.
Ma noi nel week end abbiamo il campionato.
E torniamo alla finestra aspettando il prossimo Tsipra o Zapatero che sia.
lunedì 19 gennaio 2015 30 vostri commenti

L'uomo a quale dimensione?

Sarà che oggi è il Blue Monday, dicono il giorno più triste dell'anno, ma ultimamente mi trovo a scrollare parecchio la testa sulla natura dell'uomo, non solo quando sento i discorsi di Renzi.
Ripensando alla vicenda "Je suis Charlie" sono sempre più convinto che ci sia una marea di persone pronte ad indossare la maglia del momento per far vedere la propria presenza come paladino della libertà per poi toglierla qualche istante dopo insultando quello che la pensa diversamente.
Facendo un giro su Ebay si possono trovare parecchi ultimi numeri del giornale satirico, in allegato al Fatto Quotidiano, comprati in edicola a 2 euro e ora rivenduto a 25-30 euro. Magari sono gli stessi che poi hanno twittato contro il Corriere della sera. Che dire.
Possibile che la partecipazione al giorno d'oggi si riduca al solo click sul Mi piace, al Tweet, al post su un blog, all'insulto sul social network dove tanto non sanno chi sono e dove sono?
Più che possibile, reale.
Ad una dimensione decisamente piccola.



lunedì 12 gennaio 2015 35 vostri commenti

Cercasi vera sinistra disperatamente, no perditempo.

Premetto che a me del Pd non frega decisamente niente. Non l'ho mai votato, non è più da anni un partito di sinistra quindi facciano quello che vogliono.
Non posso però non commentare quello che è successo ieri nella mia regione con le cosiddette primarie.
L'assessore regionale Paita alle infrastrutture, protezione civile e quant'altro ha vinto. (come avversario aveva Cofferati, evito di parlare anche di lui) . 
Chi ha seguito negli ultimi mesi le tristi vicende delle alluvioni in liguria sa che la Regione ha avuto le sue responsabilità su quanto accaduto. In particolare in quei giorni l'assessore latitava perché il Pd sapendo di doverla presentare alle primarie con un colpo di magia ha cercato di metterla in ombra mandando avanti gli altri.
Le prime dichiarazioni della vincitrice delle primarie sono state...

«Ho vinto in 3 province su 4 con uno scarto enorme, adesso lavorerò per l’unità del Pd e per affrontare al meglio la sfida delle Regionali, saranno anni rock»

... anni rock! A parte l'arroganza che ormai contraddistingue il pd che pensa di aver già vinto le regionali....cosa vuol dire anni rock? Ma come parla questa gente? Come lo scout Renzi vanno avanti a colpi si slogan del nulla.
Si vantano di numeri quando hanno un partito senza iscritti o con iscritti fantasma.
Si vantano delle primarie quando in una regione di un milione e mezzo di persone sono andati a votare in 55mila.
Si vantano di stare sul territorio quando da anni Burlando e company comandano nella mia regione in maniera imbarazzante, non facendo NULLA per il territorio se non dare consensi a costruzioni assurde, lasciando buchi nei bilanci da paura e tagliando sulle spese sanitarie.
Forse la Paita intende questo per anni Rock!
Ciò che fa tristezza però è che probabilmente l'assessore e neo candidata fa bene ad esultare perché probabilmente sarà il prossimo presidente della regione dato che a prescindere da tutto c'è ancora gente che vota questo PD che spaccia come momento di democrazia delle primarie dove pare ci siano stati brogli e persone che pilotavano ai seggi gli elettori, dove personaggi di destra vanno a votare il candidato della centro sinistra.
Nonostante tutto ci sono ancora persone che credono che questa sia la sinistra, oppure come ho sempre sostenuto ogni popolazione ha il governo che merita.
Mettiamo un annuncio magari qualcuno si farà avanti.
Cercasi vera sinistra disperatamente.
giovedì 8 gennaio 2015 18 vostri commenti

Liberi sempre

66, 119 e 178.
Non do i numeri, anzi si. Solo che si tratta di donne e uomini, giornalisti.
Nell'anno appena concluso sono stati uccisi nel mondo 66 giornalisti che facevano il loro lavoro cioè informare.
119 sono stati presi in ostaggio, come pedine di scambio o solo come lezione da fornire a chi non vuole tacere.
178 sono stati arrestati, quindi secondo una legge di qualche stato che molte volte si vanta di essere democratico.
Oggi è una triste giornata per i 12 morti di Parigi, per le famiglie che hanno perso i loro cari. Un dolore che non riesco nemmeno ad immaginare.
Credo che tutti noi, soprattutto le istituzioni che passata la bufera torneranno a fare progetti contro la libertà di stampa e a stringere la mano a dittatori che si liberano dei giornalisti, si debba lottare e difendere 365 giorni all'anno la libertà di parola anche del nostro peggior nemico.
Non solo in Europa, non solo quando capita nel giardino vicino a noi.
Sempre.
domenica 4 gennaio 2015 14 vostri commenti

Che anno...

Incominciamo dagli auguri a tutti per il 2015, un po' in ritardo ma valgono sempre si dice.
Sta per arrivare la Befana un po' il Babbo Natale di serie B ma a me è sempre piaciuta. Diciamo che in generale mi piace dicembre, sarà perché in casa mia fin da piccolo abbiamo sempre festeggiato le feste con tutta la famiglia.
Ricordo le tavolate infinite con  una marea di antipasti, subito dopo gli aperitivi, due primi e infiniti secondi... dolci e tutto il resto. Il pranzo di Natale e poi il 26 naturalmente, qualche giorno di pausa per riprendersi giusto per il cenone di capodanno anche quello infinito. Ricordo che ci si vedeva anche il primo dell'anno a pranzo per finire gli avanzi.
Insomma per noi piccoli era una festa continua.
Ricordo l'ansia provata la sera della vigilia, l'attesa di Babbo Natale, qualche sbirciatina in sala per vedere se c'erano i regali che dopo un po' magicamente apparivano. Non oso pensare la fatica dei miei genitori per montare tutti quei giochi.
Bellissimi ricordi che io cercherò di far rivivere a Greta.
Il 2014 è andato, per me naturalmente è stato un anno particolare. Iniziato con una gioia incredibile dopo un'ecografia, continuato ancora meglio quando un pomeriggio di agosto, dopo una cena di focaccette al formaggio e una notte di contrazioni, è nata nostra figlia, che a scriverlo mi tremano ancora le gambe.
Ora sono qui con accanto quattro occhi belli, quelli di una dolcissima madre e di una principessa che mi ha fatto perdere la testa.
Non oso chiedere di più al 2015.
E' tutto da vivere.

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