Alla fine lo scudo crociato è nel DNA dell'italiano. La democrazia cristiana non è mai sparita, come si diceva in una canzone ha fatto dei giri immensi e poi è ritornata. Come un barattolo di biglie che cade spargendo a destra e a sinistra il suo contenuto, per ritrovarsi poi dopo anni di nuovo insieme.
Probabilmente è quello che vuole l'italiano, ma lo abbiamo sempre saputo altrimenti non si spiegherebbero i vent'anni di Berlusconi.
Perde l'imperatore di Arcore ma nonostante il calo ci sono ancora 4 milioni e mezzo di persone che riescono a mettere la croce sul partito di un pregiudicato, fondato da due individui che sono in carcere e in attesa dell'estradizione. Ma sapevamo anche questo degli italiani.
Un milione e mezzo di italiani hanno deciso di affidarsi ad un personaggio come Salvini votando Lega, così come poco più di un milione hanno sposato la causa dell'ex delfino Alfano che si sta preparando a fare la fine di Fini.
Grillo perde 2,5 milioni di voti probabilmente tornati all'ovile del pd o caduti nell'astensionismo. E da oggi entra di diritto nel club delle dichiarazioni rimangiate visto che aveva detto che in caso di sconfitta se ne sarebbe andato.
Io come al solito faccio parte delle riserve indiane col mio 4% della Lista Tsipras, un'occasione persa come sempre da quelli che dicono di avere voglia di sinistra e appena hanno l'occasione votano da un'altra parte. Ma sapevamo anche questo degli italiani.
Cosa rimane di tutto ciò?
Il dato che tutti snobbano perché troppo impegnati a festeggiare. L'affluenza. Il 42% degli italiani non è andato a votare.
Questo paese non vota più, non è interessato a questa politica. Tutta, Grillo compreso.
O forse come ha sempre fatto delega ad altri le decisioni, badando solamente a ciò che ha intorno, non più in là del proprio naso.
"Perché bisogna cambiare tutto per non cambiare niente".