La mia è sempre stata un famiglia di operai. Il mio bisnonno ha lavorato in porto in mezzo ai "carbunin" poi nelle officine, mio padre invece all'Italsider. Uomini di lavoro, dalle mani consumate dalla fatica, con la schiena a pezzi ma sempre pronti a darsi da fare per gli altri.
Il primo vecchio socialista che verso la fine della sua vita non poteva neanche sentire parlare di Craxi, mio padre invece iscritto alla Fiom, comunista.
Ho imparato a dare il giusto valore al lavoro e ai diritti dei lavoratori.
Ogni anno girare per gli stand della Festa de l'Unità con mio papà era motivo di orgoglio. Sopra il mio divano, oggi, su una mensola tengo la punta delle bandiera che il mio bisnonno aveva fatto fare nelle officine e che ogni volta portava in giro nei cortei. Sopra c'è scritto Pace e Lavoro.
Oggi assistiamo ai video messaggi in stile berlusconiano del presidente del consiglio Renzi, testimoni dello smantellamento della sinistra, ascoltiamo l'ex sindaco di Firenze insultare la Cgil.
Sia chiaro l'ho già detto altre volte e lo ribadisco, il sindacato ha sbagliato parecchio, sbaglia ancora e al suo interno ci sono delle caste che andrebbero abbattute. Non si comporta da sindacato quando cammina a braccetto col governo di turno, dimenticando il vero senso della parola lotta.
Sappiamo però che dietro ad una sigla ci vogliono le persone, e queste ultimamente anche nei posti di lavoro latitano, di disinteressano, non lottano. Colpa anche delle troppe delusioni che il centro sinistra e lo stesso sindacato hanno regalato.
Ma la Cigl è anche fatta di persone che ogni giorno vanno a difendere diritti che i datori di lavoro vogliono calpestare, singole persone che si siedono ai tavoli delle trattative con dirigenti che si aumentano lo stipendio mentre dall'altra parte tagliano sul costo del lavoro dei dipendenti.
Il pensiero di Renzi lo conosciamo. Uno che sta con Marchionne ha una targa che non possiamo dimenticare e in questi giorni abbiamo l'ulteriore prova. Parliamo di uno che trova come alleato Brunetta per la riforma del lavoro.
Il pensiero va a quelli che ora sostengono Renzi e che in passato sono scesi in piazza per difendere i diritti che ora il presidente del consiglio, con l'aiuto di Silvio e company, vuole smantellare in nome della creazione di posti di lavoro.
Strana teoria quella dei meno diritti uguale più posti di lavoro, già sentita in passato.
Si la Cigl ha sbagliato è vero, e sbaglia a non portare la gente in piazza per più giorni, ha sbagliato e sbaglia a non proclamare lo sciopero generale, sbaglia quando discrimina al suo interno, sbaglia a stare insieme a Cisl e Uil che firmano qualunque contratto a prescindere. Ma se penso alle lotte di Landini e della Fiom e a quel tipo di sindacato, penso che rimanga uno dei pochi punti di riferimento in questo momento.
Ma la gente è contenta perché Renzi ha ridato il nome alla Festa de l'Unità e nel frattempo parla come Berlusconi, si muove come Fini e propone provvedimenti come Brunetta.
L'Italia è anche questa.