venerdì 31 gennaio 2014 21 vostri commenti

Grande fratello a 5 stelle


Ieri non so cosa mi sia successo, devo chiedervi scusa... ho guardato un telegiornale. Tralascio i commenti sulla qualità e su quel individuo, tale Dambruosio, che usa le mani al posto della parola e poi milita in un partito che si chiama Scelta Civica. Arrivati al servizio sull'Impeachment (che da noi non esiste sarebbe bene ricordarlo) l'inquadratura si dirige verso il gruppo inquisitore dei 5 stelle (dei nomi ricordo solo Vito Crimi) per poi andare verso sinistra.
Oops! Forse la mia televisione ha un virus... deve esserci un'interferenza... oppure devo mangiare meno pesto... la persona inquadrata che introduce la conferenza stampa mi sembra di conoscerla.
Scatta il database interno del cervello in modalità ricerca... noooooo, non è possibile, Rocco Casalino. Cosa ci fa Rocco Casalino ad una conferenza di senatori?
Iniziano le ricerche on line e trovo un po' di cose, titoli come DAL GRANDE FRATELLO AL MOVIMENTO 5 STELLE! In pratica l'ex concorrente del primo Gf, ex prezzemolo delle trasmissioni mediaset, ex tutto, è diventato un membro dell'ufficio stampa del movimento 5 stelle.
Credo che non serva aggiungere altro.
Chissà magari ora per mettere sotto accusa Napolitano e per votare la legge elettorale chiamano Daria Bignardi, Marco Liorni, il Gabibbo, Lo Scrondo e Uan.
martedì 28 gennaio 2014 26 vostri commenti

Crisi di classe

Eh la crisi!
Ci addormentiamo, di solito, con questa frase per risvegliarsi e sentire di nuovo... eh la crisi!
Questo è ormai il nostro programma quotidiano.
La crisi c'è, lasciatemi dire da parecchio per molti, questo è chiaro e fuori da ogni dubbio, basta fare un giro nei supermercati e controllare la spesa delle persone, i carrelli e quanto stanno davanti ad un banco prima di acquistare.
Però attenzione la crisi non è dappertutto. Perché quello che spesso non dicono i "cosiddetti esperti" è che la crisi c'è per alcuni mentre per altri il "bel tempo" è sempre presente. Giusto per ricordare che le classi esistono ancora.
Il grande paradosso è che noi che sentiamo e possiamo toccare ogni giorno il problema dei salari e dei prezzi, siamo gli stessi che ce la vediamo sbattere davanti ogni giorno questa frase dai nostri datori di lavoro che utilizzano molte volte inappropriatamente lo spauracchio dei licenziamenti e della mancanza di lavoro per far accettare qualunque cosa ai propri dipendenti.
Nel frattempo però dove splende sempre il sole la crisi non si fa sentire e come per magia i soldi che per i poveri sfortunati non ci sono mai, anche in tempi cosiddetti positivi,  per quelli che in fondo non ne avrebbero bisogno compaiono.
Se poi vogliamo aggiungere che di solito chi fa girare l'economia sono le classi medie e basse il cerchio si chiude e il panorama è fornito.
Ma cosa ci volete fare... la crisi!
lunedì 27 gennaio 2014 5 vostri commenti

A memoria

"È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.
Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore.
Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte.
Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità."

Anna Frank

Ricordare.
Perché in questo momento da qualche parte si sta ripetendo...


venerdì 24 gennaio 2014 9 vostri commenti

Una coppola per ricordare


Prima non aveva mai messo un cappello in testa, quel giorno di 35 anni fa però anche il cielo piangeva.
Migliaia di ombrelli aperti, impermeabili e teste ferme immobili in piazza De Ferrari per salutare un amico, un compagno che aveva deciso di denunciare le Brigate Rosse.
Lasciato troppo solo dalle istituzioni e da un partito che continuava a definire i terroristi "compagni che sbagliano".
Prima non aveva mai messo un cappello mio padre e anche quella volta partì da casa senza niente, ancora adesso lo fa, nonostante le mie prediche. Come se dopo aver sfidato i padroni per anni ora debba sfidare le intemperie del meteo. Lui, una tuta blu, assieme ai suoi compagni dell'Italsider per dare l'ultimo saluto a Guido Rossa.
Prima non aveva mai messo un cappello ma quel giorno ne comprò uno, una coppola che più volte ho provato a mettermi senza successo. Come se avesse fatto la sua esistenza, esaurita in quel giorno triste che dobbiamo ricordare sempre.
giovedì 23 gennaio 2014 30 vostri commenti

C'è posta per voi

State ben attenti e soprattutto non lasciate le vostre case il 26 gennaio prossimo. 
Qualcuno potrebbe obiettare che è domenica... ma lui è in grado di fare miracoli come questi.
Non perdete di vista la strada perché il postino potrebbe arrivare da un momento all'altro e magari potrebbe spuntare il vostro vicino e rubare la copia destinata a voi. Se avete un cane chiudetelo per un attimo in una stanza perché potrebbe far scappare chi ve la sta portando. Non sia mai.
Fate posto in libreria. Uno scaffale a parte illuminato da faretti in stile Louvre, per poterlo ammirare nei giorni bui, nelle giornate piovose, quando dalla lettura di quelle pagine potrete prendere la forza per andare avanti.
Tutto questo perché?
Perché da Arcore stanno per inviarvi il tomo II di "Una Storia Italiana", pubblicazione che ogni cittadino ha potuto leggere (io l'ho rispedita al mittente) vent'anni fa con la discesa in campo di Silvio. 
Titolo diverso, la data scelta è quella dell'anniversario della sua entrata in politica (che corrisponde al definitivo declino di questo paese), "La Verità" per raccontare vent'anni di aggressione giudiziaria.
Occhio che potrebbe esserci la prefazione scritta da Renzi.
martedì 21 gennaio 2014 21 vostri commenti

Che la sinistra via era smarrita

Mi domando seriamente se chi in questo momento si stupisce e urla contro le azioni e le proposte di Renzi si sia mai accorto che il sindaco di Firenze è così, lo è sempre stato e lo sarà.
Ci vogliamo stupire del fatto che vada a parlare con un condannato per evasione che ha drasticamente rovinato questo paese?
Vogliamo stupirci che faccia proposte che non sono di sinistra?
Urlare perché la maggioranza del partito democratico è d'accordo con la sua linea?
Bisogna mettersi l'anima in pace. Il partito democratico non è un partito di sinistra, trattasi del prolungamento della storia delle democrazia cristiana orfana del suo lato destro che sta ritrovando in questi giorni.
Quindi chi pensa di essere di sinistra ed è ancora all'interno di quel partito ne esca oppure rivaluti le proprie idee che probabilmente, anzi direi certamente, non sono di sinistra.
Stesso discorso vale per chi continua a votarlo per poi lamentarsi.
Credo che  a molti, e non parlo solo dei politici, piaccia dire si essere di sinistra senza esserlo. Qualcuno potrebbe direi perché fa figo, io dico perché in questa maniera si prendono ancora i voti di chi gioca a fare il comunista mentre parcheggia il SUV nel box.

lunedì 20 gennaio 2014 22 vostri commenti

Qui dove crolla tutto


La Liguria, e non solo, sta crollando.
Lo dico con tanta rabbia guardando questa immagine della costa tra Nervi e Bogliasco che potrebbe essere presa come simbolo, assieme a quella del treno deragliato a Ventimiglia, di un degrado di questo paese.
Ciò che fa ancora più rabbia è sapere che passata la perturbazione e le polemiche si ritornerà come prima a pensare solo a costruire case in posizioni improponibili, grattacieli su colline o in riva al mare e parcheggi in qualunque posizione.
L'amara verità di questo paese è proprio il fatto che ci si accorga dei problemi solamente quando accadono tragedie oppure in campagna elettorale per poi accantonarli subito dopo.
Non è più una questione di Allerta 1 o 2 ma di un reale cambiamento di mentalità e di rispetto per la terra su cui abitiamo.
I nostri "vecchi" lo facevano noi  li abbiamo dimenticati.
sabato 18 gennaio 2014 10 vostri commenti

Diari in progress...

No panic!
I diari dello scooter esistono ancora.
Trattasi solamente di una ristrutturazione che dopo circa 5 anni di rete ci voleva.
In progress perché sto ancora decidendo se mi piace questo tipo di grafica o se dovrò passare notti in bianco su tale decisione (tranquilli dormirò sicuramente).
Nel frattempo procedo anche con la pulizia di alcuni link e pulsanti che ormai avevano fatto il loro tempo e che la mia pigrizia da blogger ha lasciato in stand by per troppo.
Quindi oggi Ernest in versione casalingo-blogger con tanto di pennello, martello, cacciavite smonta e rimonta il suo Diario con una mano mentre con l'altra dotata di straccio procede ad una pulizia generale, ma e pattine non le metto.
Pronto penna alla mano... ehm scusate... tastiera alla mano per andare avanti.
Che di argomenti, vien da dire purtroppo, ce ne sono.
venerdì 17 gennaio 2014 16 vostri commenti

Cosa è successo?

Mi domandavo, forse perché sono alla soglia dei 40 (tra due anni dai!), se le cose che parecchi anni fa i nostri genitori ci dicevano valgono ancora.
Esempio pratico.
Ricordo come se fosse ieri che mia madre, quando ero in tenera età, mi diceva di salutare le persone più anziane di me. Mi tornano in mente anche le domande che mi ponevo... "Ma perché devo farlo se non lo conosco!?!"... però lo facevo... come tenere il portone aperto o la porta dell'ascensore.
Ora molte volte ci si incontra per la scala del proprio palazzo e il buongiorno rimane come inghiottito da qualche mistero. Le porte si chiudono in faccia. Vediamo i portoni serrarsi ad un centimetro dal nostro naso. Assistiamo all'accelerazione del nostro vicino di casa che non vuole prendere l'ascensore con noi. Ascoltiamo riposte del tipo..."Eh mi dispiace non ci stiamo, magari poi si ferma!"
Insomma ero piccolo e dovevo salutare i grandi, tenere porte, aspettare tutti e portare sacchetti della spesa di altri,  ora sono grande (anche un po' di più) e devo salutare i piccoli, rischio facciate nei portoni chiusi, faccio tre piani di scale per non rincorrere gli altri e mi do il buongiorno da solo.
Deve essere successo decisamente qualcosa nel frattempo.
giovedì 16 gennaio 2014 8 vostri commenti

Uffizi pericolosi

Rispetto ad alcuni anni fa si parla meno di mafia. Vengono pubblicati libri inchiesta, dedicate alcune trasmissioni e articoli di giornale. 
Continuano a lavorare  le associazioni sul territorio condannate a lottare anche contro la mancanza di fondi e l'abbandono dello stato, i magistrati indagano spesso scontrandosi contro muri di gomma e alcuni preti di periferia fanno il possibile ritrovandosi spesso abbandonati anche  dalle stesse alte sfere. 
Però sembra un argomento che l'opinione pubblica ha un po' dimenticato. Questo anche perché la mafia ha optato per una strategia di mosse nel silenzio, evitando di finire come una volta ogni giorno sul telegiornale, occupandosi in gran parte di economia, entrando nei grandi palazzi del potere e dei grandi professionisti, nelle banche e negli appalti.
Già gli appalti.
Così scopriamo che nei lavori di ristrutturazione degli Uffizi ci sono delle infiltrazioni del clan camorristico dei casalesi nei subappalti.
Il silenzio continua.


lunedì 13 gennaio 2014 10 vostri commenti

Fame quotidiana

Una donna cammina per una strada di Atene. 
Ha fretta, vorrebbe andare ancora più veloce ma non ce la fa. Ha paura di arrivare tardi, perché li dove deve andare il rischio è non trovare più niente. Per lei, ma soprattutto per la sua famiglia, sarebbe una tragedia.
Dove sta andando questa donna?
Corre per arrivare prima al banco delle offerte dei saldi?
Al negozio Apple per l'ultimo Iphone?
Cerca di accelerare, passo dopo passo. Il fiato incomincia a mancare, le gambe sembrano non rispondere più e diventano molle, non riescono più a sostenerla.
Poi il buio.


Qualcuno continua a parlare di numeri e di bilanci nel frattempo c'è chi deve fare i conti con la fame quotidiana.
venerdì 10 gennaio 2014 9 vostri commenti

Utili e certezze

E ci risiamo. Dopo tanto silenzio rispunta Marchionne.
Solito maglioncino e comportamento da padrone del paese. Questa volta usa parola rassicuranti, parla di possibilità per l'azienda e di valore che l'America sta dando alla Fiat.
Veramente per ora il valore lo ha dato il paese che per anni ha mantenuto la famiglia Agnelli e Company. 
Ma certezze ce ne sono?
Niente come al solito. Solo un continuo sventolio di obiettivi raggiunti da un uomo strapagato che ha dato il via alla distruzione della contrattazione collettiva.
Solo la Fiom innalza gli scudi, mentre c'è chi è subito pronto ad inchinarsi e altri che parlano di grandi progetti sul lavoro usando termini come Act perché fa figo, nel frattempo quasi metà dei giovani non ha lavoro, i precari continuano ad aumentare, gli stipendi sono fermi e i prezzi salgono.
Le uniche certezze sono nelle tasche di quelli come Marchionne, conto in banca sempre più alto, utili e profitti.
Al resto non bisogna far caso.
martedì 7 gennaio 2014 12 vostri commenti

Rallentare si può

Lo confesso il periodo delle feste mi è sempre piaciuto. Ricordo come se fosse ieri la tavola imbandita il giorno di natale. Gli aperitivi di mio padre che rischiavano di lasciare fermi ai box molti degli invitati ancora prima di iniziare il pranzo.
I ravioli di mia madre, ogni anno sempre di più, quest'anno ne ha fatti 600,  con i due immancabili condimenti. Il tocco alla genovese e il ragù, giusto per rispettare le mie origini.
Alcune volte i primi erano due, per non parlare dei secondi. Quasi infiniti. La cima, l'arrosto, la salsa verde, le frittate, le torte e per finire, perché non si sa mai qualcuno poteva avere ancora fame, il fritto.
I dolci ve li risparmio.
Ciò che era importante però era il legame famigliare che si poteva sentire, la voglia di stare insieme, di condividere tutto, dalle cantate in genovese all'immancabile tombola che faceva addormentare qualcuno.
Ora non siamo più tanti come prima ma la tradizione continua, qualcuno ci ha lasciato, altri hanno dimenticato le cose che si facevano o forse sono stati inghiottiti dal progresso e della frenesia.
Se penso ad una tavolata di anni fa mi vengono in mente sorrisi, urli, rumore di forchette e cucchiai.
Se penso a quella del giorno d'oggi l'immagine è quella di un touchscreen toccato in continuazione, silenzi e capi chinati sulle tastiere, sedie vuote lasciate a pochi minuti dall'inizio del pranzo per andare a giocare alla playstation e condivisione intesa come risorsa di facebook.
Sta a noi decidere di andare più lenti. 
Si può fare.


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