giovedì 18 dicembre 2014 11 vostri commenti

Cuba Libre?

Dobbiamo aggiungere una nuova frase ai nostri ricordi.
"Todos somos americanos!"
Parole di Barck Obama che in pochi attimi cancella anni di muro nelle relazioni tra Usa e Cuba.
Fine dell'embargo? Per ora non c'è ancora nulla di certo direi ma credo che sarà il passo successivo a meno che il futuro presidente Usa non cambi rotta.
Ognuno di noi su Cuba ha una propria idea. Quella di un'utopia realizzata, quella avventurosa e rivoluzionaria per eccellenza sotto la figura di Che Guevara, quella di un'isola felice come istruzione e sanità in un panorama sudamericano da brividi, ma anche quella di una paese senza democrazia, quella dei "balseros", degli scioperi della fame, dei cubani di Miami o degli attentati.
Il fascino di quel paese che ha lottato contro il gigante americano me lo tengo stretto, d'altra parte questo Blog prende il nome da un diario di Ernesto Guevara, sapendo però che negli anni  il fascino della libertà è sfumeto per mantenersi in vita. Non starò qui a difendere la mancanza di democrazia, non è nelle mie corde, dico solo che da qui è difficile giudicare. 
Cosa sarebbe diventata cuba senza la rivoluzione? Sarebbe rimasta ciò che era prima ovvero un'enorme Casinò alla luce del sole. Avrebbe fatto la fine del Cile con Pinochet sostenuto dai paladini della libertà americani, oppure la fine dell'Argentina.
Oggi al di là di ciò che è stato si deve essere contenti per questo inizio di cammino che deve necessariamente portare alla fine di un embargo che ha affamato per anni una popolazione. Il punto di domanda è d'obbligo però.
Le idee si contrappongono ad idee non a blocchi.

lunedì 15 dicembre 2014 26 vostri commenti

Future Notti Magiche


Ora possiamo stare tranquilli.
Il presidente del consiglio ha trovato l'arma giusta contro lo scandalo di Mafia Capitale.
Una bella e sana candidatura per le Olimpiadi del 2024.
Sono già pronti i modelli, in vari formati colorati e anche spiccioli, per vincere le gare di appalto.
D'altra parte come dimenticare Italia 90 con i mega stadi che ci ha lasciato in eredità.
L'era della comunicazione ha trovato il suo più abile paladino, contro una città in mano ad una cricca da romanzo criminale la cosa migliore da fare è una candidatura porta voti.
Per la mascotte delle olimpiadi pronto un sondaggio on line.
Oppure si potrebbe tenera quella vecchia "Ciao" aggiungendo al nome la parola "soldi".
Ah ricordate che lui non partecipa... lui vince.
mercoledì 10 dicembre 2014 29 vostri commenti

Giochi e...

Facendo un leggero salto indietro nel passato mi ritrovo a rovistare nei miei giocattoli.
Adoravo i soldatini, eppure lo sapete sono un pacifista e ho fatto l'obiettore di coscienza, però passavo delle ore a sistemare americani contro russi, russi contro tedeschi, tedeschi contro scozzesi e scozzesi contro egiziani. Lo so trattasi di orrore storico ma ero piccolo, concedetemi la licenza.
Poi i playmobil. Nordisti contro sudisti, la banca e il saloon, il galeone dei pirati. Immagino i miei alle prese con le istruzioni per farci trovare, a me e mio fratello, tutto montato sotto l'albero.
Le immancabili macchinine e poi tanta immaginazione che usavamo per inventarci dei giochi.
La mitica pallina di gomma piuma che qualche volta ci è costata qualche ciabatta sul sedere visto che arrivava a colpire qualche quadro con l'immancabile caduta.
Non mi piacevano i Big Jim e nemmeno il Meccano che lasciavo volentieri a mio fratello.
Mi piaceva pareccho invece il Lego. Metri e metri di mattoncini uno sopra l'altro. Questi omini sempre nelle stesse posizioni con lo sguardo e la bocca disegnata.
Semplici... meravigliosi!
Ora... oggi mi sono imbattuto in questa cosa...

... lo strip club! Poltrone zebrate e palo per la lap dance!!!!
Manca il buttafuori e gli omini del lego rissosi e poi siamo al completo.
Magari quelli sono accessori da comprare a parte.
Forse è per questo motivo che hanno sempre avuto il sorriso stampato.


venerdì 5 dicembre 2014 35 vostri commenti

Quando non c'era Whatsapp

Oggi mi sono imbattuto in uno di quei titoli che si possono trovare sulle bacheche dei social... "Noi che stavamo delle ore su un muretto".
Effettivamente voltandosi indietro spesso si ha la sensazione di rivivere alcuni momenti. 
Ricordo i famosi appuntamenti che tutte le compagnie, perché era vero che erano "gli anni delle grandi compagnie", si davano sotto l'orologio della stazione.
Alla fine chiaramente in quel posto ci si trovava in centinaia e tenete presente che non c'erano i cellulari per raggiungersi, quindi partiva una caccia all'amico.
Nel frattempo una bella mezz'ora era già andata.
Poi ci si aspettava e si sparavano, come si dice da noi, "belinate" per un bel po' in attesa dei ritardatari.
Una volta al completo si doveva scegliere dove andare, e qui si apriva un dibattito infinito.
Chiaramente alla fine la maggior parte delle volte si finiva sempre nello stesso posto.
Ora non vorrei sembrare vecchio e malinconico ma a me sembra che si vivesse di più il tempo, i minuti si gustavano, le parole erano davvero importanti e i rapporti umani non si coordinavano tramite un gruppo su Whatsapp.
Ok mi sa che sto diventando anziano.
giovedì 4 dicembre 2014 18 vostri commenti

Il nuovo che avanza


Leggendo i titoli dei giornali oggi sembra di essere catapultati, di nuovo, dentro a "Romanzo criminale". E non è la prima volta.
Una storiaccia italiana che si ripete, un incubo continuo. 
Ministri che pranzano vicino a Boss, indagati che si passano i maccheroni con presidenti di associazioni "illustri", ex personaggi della sinistra extraparlamentare che stringono mani a personaggi della destra estrema, ex sindaci che non smettono di comandare.
Sembra di rileggere un libro sulla banda della Magliana. Basta cambiare i soprannomi... il Guercio al posto del Libanese e il gioco è fatto.
Nel frattempo mister perfezione continua la sua corsa per l'annientamento dei diritti del lavoratore con l'approvazione del Job Act.
Insomma tutto è cambiato per non cambiare niente... e ritornano in mente vecchie immagini di vent'anni fa...

Fate voi.

lunedì 1 dicembre 2014 17 vostri commenti

Fragilità dimenticate

Succede di sfogliare il libro di Eugenio Borgna, "La fragilità che è in noi", e di incontrare parole che pesano come macigni perché troppo spesso nei luoghi di cura ci si dimentica di chi si ha davanti...

"Quante persone ferite dalla malattia sono lacerate dalle parole troppo violente, troppo dure, troppo inumane, che i medici rivolgono loro. Una diagnosi comunicata in un corridoio o a una segreteria telefonica, un gesto ambivalente che lascia presagire indifferenza o preoccupazione, uno sguardo sfuggente nel momento di rispondere a una domanda: tutto può causare angoscia e disperazione. Così, è necessario scegliere parole che possano essere subito comprese, e che nn feriscano. Questo è il compito, non facile ma necessario, di chi cura: creare relazioni umane che consentano al malato di sentirsi capito e accettato nella sua fragilità, e nella sua debolezza"

...una questione che non riguarda solamente il singolo comportamento di chi lavora. Spesso chi è ai vertici, o anche le stesse istituzioni, si dimentica dell'importanza del ruolo di chi si occupa delle persone che stanno male. Ritmi di lavoro a livello di "Tempi moderni" che in alcuni casi portano ad una stanchezza che non ti consente di usare una parola in più con la persona che si ha davanti in quel momento.
L'umanità dovrebbe essere compagna sempre presente nei luoghi di cura sostenuta dall'uso delle parole giuste nei momenti adatti.
Un lato troppe volte dimenticato.

lunedì 24 novembre 2014 32 vostri commenti

L'eletto

Lui ha il consenso e se lo dice da solo.
Lui è il capo di un partito che non ha più praticamente iscritti.
Lui vince le elezioni dove non partecipa mai nessuno.
Lui dice "avanti così".
Lui tiene dibattiti, parla degli italiani, lancia sentenze e proclami, senza aver ricevuto neanche un voto.
Lui vuole fare le riforme con uno che è stato doppiato anche dalla Lega.
Lui mi ricorda quelli che si decantano da soli, quelli che incontrandoli nel corridoio sono già pronti ad elencare tutti i meriti.
Lui dice che non deve dimostrare di essere di sinistra.
Lui è l'uomo del 40%... ma la matematica per fortuna non è un'opinione.
Lui è l'unto dai pochi... nemmeno del signore.
Nel frattempo sempre meno gente va a votare, aggiungo giustamente, stanchi di comici miliardari, sagome di Berlusconi, politica da reality e democrazia 2.0 fatta dietro un personal computer.
Quella vera, di democrazia, è sempre più in pericolo così.
giovedì 20 novembre 2014 34 vostri commenti

Homo Social

Non sono tra quelli che parla male dei social network a prescindere, nemmeno tra quelli che li esaltano. Non credo che la rete sia il paradiso in terra via fibre ottiche e ma non sono uno di quelli che odia tutto ciò che si trova on line.
Sono dell'idea che alla fine l'uomo sia l'artefice del successo o della rovina di uno strumento o di un mezzo.
Continuo ad avere le prove ogni volta che mi capita di leggere una discussione su uno dei tanti gruppi presenti su Facebook, come ad esempio quelli che parlano dei nostri quartieri nati con l'intento di ricordare i vecchi tempi e magari parlare anche di quelli attuali.
Quasi sempre, non tutte le volte sia chiaro, si parte col parlare di una cosa semplice e si finisce a "manate in faccia" virtuali, anche perché dietro ad un computer è più semplice fare i bulli.
Gli argomenti più gettonati dove si finisce sempre sono il razzismo, l'odio per le caste, il "sono tutti uguali", il pericolo comunista o fascista e via di seguito.
Ho sempre più l'impressione che dove mettiamo le mani, in questo caso le dita,  si rompa tutto.
Magari mi sbaglio.
lunedì 17 novembre 2014 13 vostri commenti

Impresentabili

In questo paese si è visto di tutto e si continueranno a vedere cose che voi umani non immaginate nemmeno.
Dobbiamo aggiungere alla lista un nome. Quello dell'Assessore Regionale alla Protezione civile della Liguria, Raffaella Paita, Pd,  che dopo lo scempio di questi giorni, dopo un mese in cui le alluvioni e le frane in tutta la regione non si riescono nemmeno più a contare... riesce comunque a pensare alle primarie del suo partito per la candidatura alla presidenza della Regione Liguria.
Sia chiaro che non è l'unica colpevole, la lista è davvero lunga e non è solamente composta da politici... ma faccio davvero fatica a capire come possa pensare di essere eletta,  sono un inguaribile utopista,  forse confida nell'assurdità del popolo italiano che negli ultimi anni ha eletto gente impresentabile.
Cofferati messo lì in extremis come candidato Pd per salvare il salvabile, lungi da me il pensiero di votarlo sia chiaro... almeno ha fermato la raccolta firme per rispetto alle vittime. Diciamo che il Pd dovrebbe evitare di presentarsi... ma anche questa è un'utopia.
Giusto per chiudere il cerchio... oggi la Paita è stata convocata in procura per l'alluvione del 9 ottobre a Genova come persona informata dei fatti. Tenete presente che in quei giorni davanti ai microfoni non si è mai vista se non in una conferenza stampa imbarazzante assieme a Burlando.
Chissà magari ha chiesto anche ai magistrati di mettere una firma per la sua candidatura.
sabato 15 novembre 2014 25 vostri commenti

Non è possibile...

Alcune foto scattate qualche minuto fa nella zona del Polcevera.
Esondato il Polcevera e alcuni rii... Fereggiano che ora preoccupa.
Cornigliano, Sampierdarena, Voltri, Rivarolo, Murta e altri quartieri sott'acqua.
Strade che sono diventate fiumi.
Frane ovunque.
Dal Comune hanno diramato l'avvertimento... "Non uscite di casa!"
Ma questa può essere la soluzione?
Bisogna vivere in questa maniera ogni volta che piove?
A questo punto non ho davvero più parole.
Gabrielli capo della Protezione civile a Chiavari la settimana scorsa ha detto "preparatevi ad una settimana di passione". Questi ci prendono anche per il culo.
Dal Governo il silenzio totale dopo un mese in cui abbiamo avuto 3 alluvioni!!!! E i soldi faticano ad arrivare.
A questo punto non so più cosa dire.
E continua a piovere...




martedì 11 novembre 2014 29 vostri commenti

Fango e paura


Questa è la realtà di Genova, della Liguria e di altre città italiane come Carrara. Barriere messe davanti all'entrate di portoni e negozi per evitare il peggio.
In questo momento Chiavari e Carasco sono invase dal fango. A Leivi e Borzonasca ci sono situazioni critiche, frane su case e ponti interrotti. Ci sono dei dispersi. Ancora una volta l'acqua ha invaso le strade, ricoperto cantine e box.


Ieri sera Genova sembrava una città che si preparava alla guerra. Sacchi di sabbia ai bordi delle vetrine dei negozi, locali chiusi per ordinanza del sindaco. Autobus vuoti e traffico inesistente.
La paura ormai è sempre presente ogni volta che dal cielo scende una goccia di pioggia.
Qualcosa di concreto va fatto. Un'inversione di marcia rispetto al modo di vivere dell'uomo che per troppo tempo non ha rispettato l'ambiente.
Per ora aspettiamo i bollettini meteo vivendo fino a mezzanotte con l'allerta massimo con un occhio ai fiumi e al fango che incombe.

giovedì 30 ottobre 2014 10 vostri commenti

Manganelli preventivi


Insulti a chi va in piazza...
Accuse  su tessere false...
Attacco al diritto di sciopero...
Attacco all'articolo 18...
Controlli video sui posti di lavoro...
Accordi con l'alta finanza...
Strette di mano con Marchionne...
Umiliazione dei lavoratori...
Il risultato lo abbiamo visto... con tanto di firma di manganello.
Chi vuole protestate è avvisato.

"In questo paese di ladri basta picchiare chi paga le tasse. E’ una vergogna. Il governo deve rispondere adesso: dica qualcosa invece di fare slogan del cazzo. Chiedano scusa ai lavoratori. Questo Paese esiste perché c’è la gente che lavora. Hanno rotto le scatole, noi che lavoriamo dobbiamo essere picchiati da chi per vivere deve lavorare? Se la prendono con gli unici onesti? Ma come siamo messi! Nessuno si è fatto sentire, non siamo mica alla Leopolda noi"
Landini
mercoledì 29 ottobre 2014 13 vostri commenti

Giovani al potere

Uno vorrebbe parlare di tante cose ma quando si trovano sui giornali certe dichiarazioni in stile berlusconiano o renziano (ormai sono sinonimi) della Picierno, eurodeputata del Pd, classe 1981...

"Sono rimasta molto turbata dalle parole di Camusso che dice oggi a qualche giornale che Renzi è al governo per i poteri forti. Potrei ricordare che la Camusso è eletta con tessere false o che la piazza è stata riempita con pullman pagati, ma non lo farò"

...intanto ci dispiace per il suo turbamento ma probabilmente non dipende dalle dichiarazioni della Camusso. Forse la Picierno ha ancora in mente le sue parole di elogio nei confronti di Ciriaco De Mita che più volte ha definito come mito e sul quale ha fatto anche la sua tesi di laurea.
D'altra parte parla una persona il cui segretario è al governo senza ricevere nemmeno un voto dai cittadini e fa parte di un partito con 100 mila tessere.
Berlusconi vive nelle loro parole e non solo.
martedì 28 ottobre 2014 14 vostri commenti

Ognuno ha il suo simbolo

L'importante è capirsi e soprattutto cercare di capirsi da soli.
La ministra Boschi... ma davvero è ministro?!?!...  ha detto la sua. Lei preferisce Fanfani a Berlinguer anche perché è della sua terra quindi a detta sua non potrebbe far altrimenti. Quindi meglio evitare i contenuti dell'uno e dell'altro riducendo tutto al campanilismo italiano.
Questo è un po' il riassunto della nuova direzione del Pd... dare un colpetto da una parte rimettendo il nome Festa de L'Unità, perché la gente lo chiedeva, affossando il contenuto di sinistra di quella festa... nel frattempo tirando giù dei simboli per sostituirli con altri.
Non si preoccupi la neo ministra in carriera siamo ben contenti che le preferisca Fanfani... anzi non avevamo dubbi e ci saremmo meravigliati del contrario.
Soprattutto Enrico.

"partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela."
Enrico Berlinguer

Questo non c'era scritto alla Leopolda.
lunedì 27 ottobre 2014 32 vostri commenti

Gente moderna


Dopo i discorsi della Leopolda questa mattina ero quasi intenzionato ad entrare al lavoro come questi impiegati cinesi nella foto che strisciano nel cortile della loro azienda.
Poi però ho pensato che ascoltare determinate certezze non ha prezzo...

"Il posto fisso non c'è più"

...dal Vangelo secondo Matteo. 
Una di quelle verità che gli italiani sanno da anni ormai, visto che lo sfruttamento in questo paese è camuffato da contratti vergognosi, visto che i  giovani vivono questo dramma sulla loro pelle grazie al 30% e più di disoccupazione. Ma questa è una dichiarazione di avvertimento. Come dire accontentatevi di quello che avete, mettete via la speranza e lasciate solamente ai pochi eletti come il presidente del Consiglio la certezza del posto fisso. Un mettere le mani avanti perché di idee non ce ne sono.
Quindi evitare gli scioperi che sono antichi... d'altra parte mettendosi vicino amici come Davide Serra in quel della Leopolda si può avere la fortuna di ascoltare parole come queste...

"Esatto, va molto regolato prima che tutti lo facciano random. Se volete scioperare, scioperate tutti in un giorno: in caso contrario, chi vuole venire qui ad investire, non ci viene. Quello che voglio dire è che lo sciopero è un diritto, ma anche un costo"... "Potrebbe essere più aggressivo. In Italia siamo rimasti agli Anni 60: ma che vadano a vedere come funziona in Russia e in Cina!"

Chissà magari il signor Serra quando parla di Russia e Cina ha in mente qualcosa di specifico...


Però l'importante è che sia un buon comunicatore.

venerdì 24 ottobre 2014 21 vostri commenti

Paese che vai...


Segnatevi questo nome... Yuko Obuchi. Trattasi di una ministra dell'industria giapponese che in questi giorni è stata colta con le mani nei conti pubblici. Pare che la signora abbia speso 10milioni di yen in prodotti di bellezza. 
Circa 74 mila euro sottratti allo stato ed utilizzati per scopi personali. 
Risultato. Costretta a dimettersi e a scusarsi pubblicamente davanti al popolo giapponese con un inchino, ammettendo le sue colpe.
Ora capite bene che post come questi sono come tirare un rigore a porta vuota ( la maggior parte dei consigli regionali italiani e altro sono composti da persone indagate), quindi non mi voglio dilungare troppo e concludo dicendo solamente che da noi certe disavventure giudiziarie fanno curriculum e solitamente valgono una tessera di partito, un incarico da ministro o un riciclo in qualche comodo piano alto di un'azienda.
Sayonara.
lunedì 20 ottobre 2014 37 vostri commenti

Gratta e vinci l'educazione

Me lo ricordo come se fosse ieri. Da piccolo quando accompagnavo i miei genitori in edicola a prendere il giornale, mi guardavo attorno attirato dalle bustine con dentro giocattoli e quant'altro. Non ero uno che chiedeva sempre ma come tutti i bambini avevo le mie esigenze.
A volte venivo accontentato, quasi sempre, a volte no, come è giusto che sia con tanto di spiegazione sul perché non chiedere sempre ciò che si vede in vetrina.
L'altro ieri in un edicola ho assistito ad una scena da nuovo millennio. 
Una bimba entra con il padre...
"Papà guarda che bella questa bustina, la prendiamo?"
"Aspetta... prima giochiamo", dirigendosi verso il video poker, "e se vinciamo compriamo."
Educazione da gratta e vinci.


venerdì 17 ottobre 2014 12 vostri commenti

Diario di Genova. Una settimana

Una settimana fa le strade di Genova, ancora una volta, venivano invase dal fango. Oggi lo troviamo ancora ai bordi delle strade come ricordo di una tragedia, l'ennesima, che non dimenticheremo mai.
Questa mattina ancora tanti "angeli" con pale e picconi sulle spalle per andare ad aiutare le persone ancora in difficoltà. Genova dal punto di vista urbanistico è complicata, molti piani bassi, garage in zone impossibili, fondi e quant'altro che chiaramente sono stati invasi dalle acque.
Alcune vie si sono trasformate in mercatini a cielo aperto per cercare di vendere ciò che l'alluvione non ha portato via del tutto. Un aiuto per chi ha perso tutto, una spinta verso la ripresa.
Le polemiche continuano, si fa fatica a stare dietro a tutti gli scarica barile messi in atto, nel frattempo ieri lutto cittadino per i funerali della vittima della furia delle acque. Un'altra lapide.
Pensavo alla solidarietà che abbiamo visto in questi giorni, ragazzi che si offrivano, e si offrono, per dare una mano. Persone sconosciute che si stringono per un unico scopo, uscire dalla tragedia.
In questi giorni spesso mi è capitato di "parlare" a Greta, mia figlia di 2 mesi, guardandola negli occhi scuotendo la testa pensando al mondo che troverà. Un mondo, un paese dove chi comanda non decide e non si assume la responsabilità, dove la cosa importante è salvare il posto di potere, dove i soldi ci sono per gli armamenti e per le banche mentre per la sicurezza, la salute e l'educazione dei cittadini mancano sempre, dove si grida per apparire senza pensare ai contenuti dei propri discorsi, dove passata la bufera si tornerà a pensare al singolare.
Quindi mentre mi guardi  in tutti i tuoi 54 centimetri e 4 chili e mezzo, amore mio, mentre ridi non capendo quello che dico, spero con tutto il cuore che tu non debba mai essere chiamata "angelo del fango".
martedì 14 ottobre 2014 16 vostri commenti

Diario di Genova. Il colore del fango

Non piove e credetemi per noi oggi è davvero tanto anche se la situazione è ancora complicata e l'emergenza non è finita.
In questi giorni abbiamo visto di tutto.
La solidarietà di tutti i genovesi e anche di persone venute da fuori è sotto gli occhi del paese. Una speranza è chiaro, ma non può bastare. Perché poi alla fine come tre anni fa l'emergenza passerà e il pericolo è che torni il silenzio attorno a questa vicenda che ancora una volta è costata una vita umana e immensi danni.
Ci si domanda se tornerà mai la fiducia in quelli che amministrano, in quelli che dovrebbero vigilare sulla nostra incolumità. 
Leggevo ieri di una madre che giovedì sera, un attimo prima dell'esondazione, pregava il proprio figlio di non uscire "perché questa non è pioggia normale". La risposa, lecita, del ragazzo è stata... "ma non ti preoccupare non hanno dato l'allerta!"
Chiedono fiducia e partecipazione alla popolazione e poi il risultato è questo. La gente si fida, si informa e poi?
Ho letto post di gente che denunciava la mancanza degli extracomunitari a spalare per le strade. Parole che non meritano nemmeno una risposta, parole di un razzismo imbarazzante. Per le strade di Genova l'unico colore che purtroppo univa tutti era quello del fango.
Chiudo con un episodio surreale. Sabato mentre si spalava in un negozio di fotocopie sono arrivate tre persone a chiedere se potevano fare una fotocopia. 
Che dire... l'assurdità esiste anche nell'uomo qualunque e non solo nelle amministrazioni.
lunedì 13 ottobre 2014 24 vostri commenti

Diario di Genova... Ancora una volta


Scusate ma sarò più lungo del solito...
L'11 novembre del 2011 pubblicai questo post. "Diario di Genova/4. Di colpevoli ce ne sono".
Credetemi a rileggerlo mi sono venuti i brividi. Oggi avrei potuto ripubblicarlo pari pari. 
In questi giorni in cui abbiamo spalato fango in giro si poteva vedere di tutto. Tanti ragazzi e non solo che aiutano, si danno da fare, si propongono. Purtroppo manca una centrale organizzativa che smisti bene il lavoro dove serve di più.
Continuo a domandarmi seriamente a cosa serva la protezione civile?
Rileggendo il post che scrissi tre anni fa anche in quella situazione il capo della protezione civile Gabrielli arrivò a Genova due giorni dopo. Stessa cosa ora. E' arrivato e ha saputo dire solamente che non bisogna "crocifiggere chi ha sbagliato le previsioni".
Qui si tratta di responsabilità. Ogni volta che parliamo di differenze di stipendio ci spiegano che i dirigenti prendono più di noi perché sono responsabili. Poi accadono fatti come questi e a responsabilità non se la prende nessuno. Perché questo è un paese dove è vietato dimettersi.
Ieri conferenza stampa del ministro dell'ambiente assieme alla Pinotti, ministro della difesa, e Burlando presidente della Regione. 
Vedere quei tre mi ha fatto capire che hanno già deciso a chi dare la colpa. Ovvero al sindaco. 
Come ho detto anche Doria, il sindaco, ha le sue responsabilità e dovrebbe dimettersi... ma Burlando? Che praticamente comanda da sempre assieme agli amici del Pd?
Il direttore dell'ARPAL?
La protezione Civile?
Ora vengono qua e parlano di opere da fare... quando avrebbero dovuto farle anni fa, ma si sa i governi hanno altro a cui pensare come l'acquisto di aerei da guerra o grandi opere faraoniche.
Scusate sono incazzato.
La gente qui ormai cammina col naso per aria, guarda il cielo e allo stesso tempo cerca di non scivolare sul fango. Bisogna dribblare le carcasse delle auto ancora per strada e attraversando le vie della città si vede la vita delle gente riversata a cielo aperto visto che i loro box, le cantine e i negozi non ci sono più. Solo spazzatura.
Siamo nel 2014 e non abbiamo abbastanza mezzi per ritirare la spazzatura! Ma chiedere l'intervento di altre regioni? Chiedere di utilizzare i mezzi militari? L'esercito è arrivato dopo 2 giorni! Non ho parole. L'altro ieri alcuni ragazzi hanno bloccato la strada perchè stufi di aspettare i camion della spazzatura.
Non sono mancate scene vergognose. Un gruppo di ragazzi vedendo passare dei poliziotti senza neanche uno schizzo di fango li hanno invitati a prendere in mano una pala e spalare. Risposta. I soggetti in divisa permalosi hanno chiamato rinforzi per prendere i nomi ai ragazzi. Ma che paese è questo? Qui il video... GUARDATELO DA NON CREDERCI.
Viviamo in un posto dove il capo della protezione civile viene in città e ci prende per il culo... in un paese dove il signor Renzi manda i suoi ministri a dire che servono i lavori come se dovessero farli i cittadini... viviamo in un paese dove i soldi ci sono e non si possono spendere...viviamo in un paese dove gli assessori vanno in TV a elencare numeri e modelli che non funzionano quando nella realtà quotidiana mancano i sacchi di sabbia perché ancora oggi c'è l'allerta massimo fino a mezzanotte.
Che dire, Genova si rialzerà come ha sempre fatto, sarà difficile, ci sarà sofferenza e dolore, ci sarà ancora più disoccupazione ma si rialzerà come ha fatto dopo la ferita del G8. 
Ma siamo stanchi di avere amministratori incompetenti e strapagati.
Vi lascio con un'ultima notizia che ieri mi ha fatto venire i brividi.... il comune di Genova ha concesso ai dirigenti della protezione civile un premio in denaro per la prevenzione del rischio.
Cosa devo aggiungere...
venerdì 10 ottobre 2014 41 vostri commenti

Genova ora ha solo parole di rabbia

Questa volta non ci sono parole.
Da me tutto bene abitiamo a Marassi nel quartiere del Bisagno ma siamo in alto
La città è ancora sotto l'acqua... ancora una volta spettrale.
La rabbia che provo in questo momento credo non si possa descrivere, ancora un morto e le previsioni non sono buone.
Nessun allerta era stato dato, i punti dove da sempre i fiumi esondano non sono neanche stati monitorati ieri sera, solamente adesso è stato diramata l'Allerta 2 fino a mezzanotte.
Ci sarebbero tante cose da dire, ARPAL... SINDACO... per non parlare del fatto che dal governo per ora nemmeno una parola e il capo della protezione civile verrà solo DOMANI... ma ora lascio perdere perché ho solo parole di rabbia.









giovedì 9 ottobre 2014 12 vostri commenti

Consuma!

Obsolescenza programmata.
Detta così sembra uno di quei film con Denzel Washington, invece si tratta di un attacco continuo subito dal nostro portafoglio e dal nostro conto corrente.
Quante volte ci siamo sentiti rispondere... "ma le conviene comprarlo nuovo!".
Anni fa, molti anni fa, si cercava di riparare tutto. Oggi si butta via tutto e si compra nuovo.
La cosa buffa è che la maggior parte degli elettrodomestici passati i due anni o comunque guarda caso il periodo della garanzia... si rompono magicamente.
Piccolo guasto... 80 euro, più la manodopera 110 euro. Conviene nuova no!
La catena infinita.
Rimpiango l'arrotino che gridava sotto casa e il calzolaio che con 2000 lire ti metteva a posto le scarpe.
martedì 7 ottobre 2014 12 vostri commenti

Augusto


Stavo per compiere 17 anni il 7 ottobre del 1992.
Ricordo ancora i giornali del giorno dopo, poche parole, articoli brevi, un trafiletto in basso a destra con la sua foto e la notizia della sua morte.
Solo poco tempo prima avevo incontrato la sua voce, indimenticabile, direi unica.
Canzoni come poesie, concerti come momenti in cui stare insieme...quando insieme voleva davvero dire qualcosa.
Su tutti un episodio che ricordo, letto in qualche libro... un appuntamento, probabilmente il primo, tra lui Augusto Daolio e Francesco Guccini, per un concerto da fare in qualche parte dell'Emilia.
Tutti e due pensavano di raggiungere il posto in macchina, peccato che nessuno dei due aveva la patente.
Indimenticabile uno dei suoi ultimi concerti, che ancora conservo su una video cassetta, dopo una convalescenza in ospedale.
E poi l'immagine di mio padre che muove le labbra per accennare quelle parole... Io vagabondo.
Per sempre Nomadi.

lunedì 6 ottobre 2014 28 vostri commenti

Il prestigiatore

Prendete ottanta euro. Metteteli in una busta paga di qualcuno. Poi aumentate le tasse, senza fare troppo rumore però, e tagliate spese sociali e sanità a destra e a sinistra. Il primo gioco di prestigio è fatto.
Ora potete passare al livello due.
Prendete un Tfr, a caso, fatelo incassare prima del dovuto in modo tale che lo stipendio risulti più alto, fate in modo che in giro si sappia che siete stati voi, e mi raccomando non spiegate che quei soldi erano comunque del lavoratore, e che ciò che si prende prima dopo non si prende più. Secondo gioco di prestigio servito!
Ora potete passare al livello tre.
E tremo già...
venerdì 3 ottobre 2014 26 vostri commenti

Noi abbiam la faccia un po così


E' vero molte volte siamo chiusi, diamo poca confidenza, insomma dalle nostre parti si dice "sarveghi". 
Francamente però sentire Giletti definire Genova una città triste mi fa veramente innervosire.
Se c'è qualcosa di triste sono i programmi che questo personaggio presenta da anni e che soprattutto vanno in onda con i nostri soldi pubblici.
Genova potrebbe essere ancora più bella è vero, potrebbe essere più aperta e organizzare più eventi, presentarsi ancora più splendente, potrebbe essere anche più pulita, ma non ci sto a sentirla definire triste.. provate ad andare verso sera a Boccadasse o a Capo Santa Chiara e guardare il tramonto, salire a spianata Castelletto e guardare l'infinito intreccio di case...



provate ad arrampicarvi sul monte fasce e mirare dall'alto verso il basso questo corridoio che si stringe tra i monti e il mare, andate nel centro storico e  guardate i volti della gente, i vicoli e i vicoletti, buttatevi su per una creuza senza sapere dove porta. Sia chiaro non sono uno di quelli che difende a prescindere la propria città, come ho detto ci sarebbero tantissime cose da migliorare a partire dalla pulizia di alcune strade turistiche.
Giletti dice che siamo incapaci di cambiare.... io dico invece che purtroppo per alcuni versi Genova è cambiata anche troppo, perché cambiamento non è sinonimo di buono.
Se vogliamo trovare la tristezza lo possiamo fare parlando del lavoro che non c'è più, dei tanti ragazzi genovesi a spasso, in cerca di lavoro o costretti a lasciare la propria città, il proprio mare.
Noi siamo quelli che hanno la faccia un po così, prendere o lasciare.
lunedì 29 settembre 2014 30 vostri commenti

1 minuto


Quando ho visto il video questa mattina non ci volevo credere.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di dire... "Ma da noi sarebbe possibile?"
No, credo proprio di no.
Succede che a Varsavia ogni primo agosto tutta, ripeto, tutta la città si ferma per ricordare i 200mila civili polacchi morti durante la rivolta per liberare la città dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Ora vedendo la presenza di italiani durante le commemorazioni dei 25 aprile e tutti le dichiarazioni di revisionismo in questo paese... sono stato assalito da una profonda tristezza.
Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere da noi durante quel minuto.

lunedì 22 settembre 2014 38 vostri commenti

Sotto il vestito... Silvio

La mia è sempre stata un famiglia di operai. Il mio bisnonno ha lavorato in porto in mezzo ai "carbunin" poi nelle officine, mio padre invece all'Italsider. Uomini di lavoro, dalle mani consumate dalla fatica, con la schiena a pezzi ma sempre pronti a darsi da fare per gli altri.
Il primo vecchio socialista che verso la fine della sua vita non poteva neanche sentire parlare di Craxi, mio padre invece iscritto alla Fiom, comunista.
Ho imparato a dare il giusto valore al lavoro e ai diritti dei lavoratori.
Ogni anno girare per gli stand della Festa de l'Unità con mio papà era motivo di orgoglio. Sopra il mio divano, oggi, su una mensola tengo la punta delle bandiera che il mio bisnonno aveva fatto fare nelle officine e che ogni volta portava in giro nei cortei. Sopra c'è scritto Pace e Lavoro.
Oggi assistiamo ai video messaggi in stile berlusconiano del presidente del consiglio Renzi, testimoni dello smantellamento della sinistra, ascoltiamo l'ex sindaco di Firenze insultare la Cgil.
Sia chiaro l'ho già detto altre volte e lo ribadisco, il sindacato ha sbagliato parecchio, sbaglia ancora e al suo interno ci sono delle caste che andrebbero abbattute. Non si comporta da sindacato quando cammina a braccetto col governo di turno, dimenticando il vero senso della parola lotta. 
Sappiamo però che dietro ad una sigla ci vogliono le persone, e queste ultimamente anche nei posti di lavoro latitano, di disinteressano, non lottano. Colpa anche delle troppe delusioni che il centro sinistra e lo stesso sindacato hanno regalato.
Ma la Cigl è anche fatta di persone che ogni giorno vanno a difendere diritti che i datori di lavoro vogliono calpestare, singole persone che si siedono ai tavoli delle trattative con dirigenti che si aumentano lo stipendio mentre dall'altra parte tagliano sul costo del lavoro dei dipendenti.
Il pensiero di Renzi lo conosciamo. Uno che sta con Marchionne ha una targa che non possiamo dimenticare e in questi giorni abbiamo l'ulteriore prova. Parliamo di  uno che trova come alleato Brunetta per la riforma del lavoro. 
Il pensiero va a quelli che ora sostengono Renzi e che in passato sono scesi in piazza per difendere i diritti che ora il presidente del consiglio, con l'aiuto di Silvio e company, vuole smantellare in nome della creazione di posti di lavoro.
Strana teoria quella dei meno diritti uguale più posti di lavoro, già sentita in passato.
Si la Cigl ha sbagliato è vero, e sbaglia a non portare la gente in piazza per più giorni, ha sbagliato e sbaglia a non proclamare lo sciopero generale, sbaglia quando discrimina al suo interno, sbaglia a stare insieme a Cisl e Uil che firmano qualunque contratto a prescindere. Ma se penso alle lotte di Landini e della Fiom e a quel tipo di sindacato, penso che rimanga uno dei pochi punti di riferimento in questo momento.
Ma la gente è contenta perché Renzi ha ridato il nome alla Festa de l'Unità e nel frattempo parla come Berlusconi, si muove come Fini e propone provvedimenti come Brunetta.
L'Italia è anche questa.
venerdì 19 settembre 2014 26 vostri commenti

Only the brave?

Alla fine il risultato è arrivato, e ora largo alle battute su twitter.
La Scozia rimarrà nel Regno Unito sotto la corona della regina. Avrà probabilmente più autonomia dopo le promesse, vedremo, del premier inglese, ma sempre sotto la Union Jack.
Francamente non riesco ad immaginare lo stato d'animo di coloro che hanno perso, non ho mai pensato ad una Liguria indipendente o ad una nuova versione della Repubblica di Genova. 
In generale le spaccature mi spaventano. Però una Scozia indipendente avrebbe avuto il suo fascino e anche una sorta di rivincita storica. Ma per adesso è andata così.
Se il pensiero corre indietro negli anni ci troviamo di fonte a  Stati in guerra uno contro l'altro in un Europa senza pace. Se poi parliamo della nostra storia, troviamo Ducati, Granducati, Regni e via dicendo. Divisioni millimetriche e corse al potere che di solito finivano con il prevalere di una città sull'altra. Ora abbiamo Salvini che sbandiera radici mai esistite, ampolle piene d'acqua del Po' e indipendentisti dell'ultima ora. Fate voi.
Forse, come ormai succede spesso, in Scozia ha prevalso la paura della crisi economica.
Con l'indipendenza le cose sarebbero andate meglio o peggio?
Sinceramente non lo so, Economia Politica è stato il mio ultimo esame dato all'università...
lunedì 15 settembre 2014 24 vostri commenti

Il primo giorno

Quello dell'asilo non riesco proprio a ricordarlo. Qualche piccolo flash, come ad esempio il portone di ingresso e poi un'enorme sala, che sarà stata sicuramente piccola, con tantissimi bambini ed una suora che li faceva giocare.
Stessa cosa per quello delle elementari, niente da fare rimosso.
La memoria invece ha mantenuto ben saldo il primo giorno di scuola alle medie. Una massa di studenti con felpe di tutti i colori nel piazzale, erano gli anni 80!
Così come quello delle superiori. Ricordo ancora la voce del bidello scandire chiaramente i cognomi e le classi. Una scala da salire con tanto di paura di inciampare proprio il primo giorno di scuola davanti a tutti. Qualche ripetente che si conosceva già e poi l'aula piccola, due file di banchi orizzontali. Cinque maschi che diventeranno poi amici inseparabili e tante ragazze. 
Il resto è storia si dice... cancellini tirati nei corridoi come segni indelebili, ansia pre interrogazione, amori iniziati e finiti il giorno dopo, ma anche tante risate, erano gli anni 90!
E poi l'amico pino, il nostro albero, che già dal primo giorno di scuola avevamo individuato come rifugio quando si doveva decidere se entrare in classe o andare sugli scogli... e al posto del libro di storia in mano si teneva la focaccia.

venerdì 12 settembre 2014 20 vostri commenti

Ministero dell'Abbandono

Ma in fondo che sarà mai!
Il ministro della Salute Lorenzin lo ha detto non taglierà oltre i 40 milioni di euro. Quindi non ci lamentiamo...
Che sarà mai.. se nelle nostre strutture continuiamo a mandare a casa anziani, disabili giovani e adulti perché non possiamo più seguirli.
Che sarà mai... se abbandoniamo, perché è di questo che si tratta, le famiglie.
Che sarà mai... se le persone vengono trattate come numeri.
Che sarà mai... se i finanziamenti alla sanità vengono tagliati ma i direttori delle Asl continuano a prendere premi di produzione per i tagli.
Che sarà mai... se chiamano risparmio la mancata assistenza alle persona.
Che sarà mai.. se tagliano da anni, da sempre.
Salute Ministro.
mercoledì 10 settembre 2014 18 vostri commenti

Disonestà trasversale

Per anni in questo paese ci hanno raccontato che il male era nel centralismo dello Stato, che i cattivi stavano solo a Roma e che la soluzione era il Federalismo più o meno accentuato.
Poi sono arrivate le riforme e le riformette, titoli V e compagnia bella.
I presidenti delle Regioni hanno iniziato a farsi chiamare "Governatori" spinti da una moda californiana alla Schwarzenegger e il risultato lo abbiamo sotto i nostri occhi.
Più di 500 consiglieri regionali sotto inchiesta per non parlare dei governi delle Regioni che ogni volta vengono decimati dalle procure, rei di aver acquistato qualunque cosa con i soldi dei cittadini, dalle mutande alle bottiglie di champagne.
Quindi? Meglio quando il potere era accentrato?
No. Credo che la risposta sia come al solito nell'onestà delle persone che purtroppo sembra essere sempre meno presente. Non solo nei politici ma anche in coloro che eleggono e sostengono queste persone.
Ma è più semplice dire che una volta il problema è lo Stato, l'altra il regionalismo, poi il pubblico e poi il privato.
martedì 9 settembre 2014 29 vostri commenti

Come ti spiego Renzi?

Negli anni 80 i Righeira l'hanno messo per scritto con tanto di note musicali. Peccato però che il titolo oggi dovremmo cambiarlo perché l'estate non sta finendo... non è mai iniziata.
Ma lasciamo all'ascensore il tanto amato argomento meteo.
Da queste parti come sapete l'estate ha portato ben altro che in questo momento pesa 3 chili e mezzo ed è lunga 53 centimetri.
Quando potrà capire dovrò raccontarle parecchie cose... forse è meglio tralasciare qualcosa però.
Dunque... i governi di centro sinistra che non hanno fatto una mazza... il berlusconismo... il conflitto d'interessi... tangentopoli 1 - 2 - 3 e oltre... la erre moscia di Bertinotti... Mastella ministro di grazia e giustizia (questo me la tengo per quando si comporterà male)... il contratto con gli italiani versione uno e due... Porta a Porta e i plastici... i governi di destra che hanno devastato il paese... ministri imbarazzanti... Veltroni... D'Alema... Ds... Ulivo... Democratici... Pd... Fini... il G8... le lacrime della Fornero... i Forconi... gli appelli mediaset per salvare Silvio... le bandierine di Emilio Fede... 
Mi fermo qui, perché solo a ripensarci sono incubi.
E poi Renzi... come glielo spiego Renzi.
Intanto  appena nata si ritrova la Festa de L'Unità col vecchio nome. Alzi la mano chi non era nostalgico! Et Voilà colpo di magia, anzi colpo pubblicitario. Si perché da una parte il Matteo pensa al Job Act dove si parla di demansionamento dei dipendenti, di controlli computerizzati sulla produttività e di licenziamenti facili, dall'altra vi riattacca sulla maglietta il bollino con su scritto Festa de l'Unità.
Ecco trovato il modo per spiegare Renzi.
mercoledì 13 agosto 2014 22 vostri commenti

Viaggi d'agosto

Chissà perché tutto ad agosto.
In effetti tutte le svolte della mia vita cadono in questo mese.
Circa sei anni fa, dopo aver aperto il blog,  iniziavo un viaggio, nel vero senso della parola, con la mia attuale compagna dopo aver passato un periodo davvero brutto e confuso.
Un viaggio fisico e geografico ma allo stesso tempo una sfida, un voler scappare da tutto e tutti mettendo tra noi due e il resto più chilometri possibile. E così fu, circa 6000 km in scooter partendo da Genova passando per l'Emilia e la Romagna, poi in Toscana, Umbria e Marche fino a San Marino e ritorno.
Un percorso indimenticabile che ci ha spinto poi a prendere la decisione di vivere insieme.
9 giorni fa la seconda svolta. L'arrivo di Greta. Non smetterò mai di ringraziarvi per tutte le belle parole che avete scritto qui.
Un altro viaggio da compiere insieme aggiungendo il side car allo scooter, questa volta non geografico ma un percorso che inizia oggi tra poppate, pannolini, sorrisi difficili da descrivere, portandosi già dietro immagini che rimarranno impresse come quelle del momento del parto, l'istante in cui tenevo la mano della mia compagna vedendo uscire una piccola testa e la mia bocca che automaticamente continuava a ripetere "meravigliosa"... e quattro occhi belli da guardare.
Poi lo so ci potranno essere difficoltà, dovremmo tenere duro e andare avanti; così come quel viaggio del 2008 quando l'acqua presa sull'Abetone non ci fermò riuscendo a rivedere il sole di Lucca, asciugati dai suoi raggi. Oggi quel sole pesa 3 chili ed è lungo 50 centimetri.
La strada è lunga, ed è nostra adesso.
mercoledì 6 agosto 2014 60 vostri commenti

È nata una mini blogger

Sarò breve per ovvi motivi... quando ci sono 4 occhi che ti guardano e che ami le cose sono davvero ddifferenti.
E così con 10 giorni di anticipo è nata Greta, esattamente il 4 agosto subito dopo una mangiata di focaccette col formaggio. Chissà.
Magicamente mi ritrovo innamorato due volte.
I dettagli a breve.
Nel frattempo i sorrisi di Ernest e mamma non hanno limiti.
giovedì 31 luglio 2014 19 vostri commenti

Selfie d'annata

"Schiaccia schiaccia e corri qua... dai... ora... ma no vedi che non c'è il lumino rosso.. vai a rischiacciare... veloce che il nonno non ce la fa più a stare in piedi... pronti... no no aspetta che han suonato la porta... vai un po' a vedere chi è.... vieni vieni Pinuccia mettiti qui che ora schiaccia e ci facciamo l'autoscatto... dai premi... ora bravo... c'è il rosso... fermi fermi fermiiiiiiii.... vai un po' a vedere.... CLICK... nooooo"

Questi eravamo noi, nemmeno troppi anni fa. 
Dopo essere arrivati a casa e aver chiesto se qualcuno ci aveva cercato per caso, dopo la merenda davanti ad un telefilm e l'entrata furtiva in cucina per rubare qualcosa dalla pentola, a volte ci poteva scappare un selfie... pardon un autoscatto.
Alta tecnologia in quel momento.
Come dimenticare quegli attimi fermi ad aspettare il click che non arrivava mai. Prove su prove per vedere se ci si stava tutti. Momenti di panico alternati ad euforia per arrivare poi al click proprio mentre qualcuno si alzava per rischiacciare il pulsante.
Ora... beh meglio non dire niente va, altrimenti rischio di prendermi delle botte da vecchietto lamentoso.

martedì 29 luglio 2014 38 vostri commenti

L'orrore del silenzio


"Due piccoli corpi giacciono sul tavolo di metallo dell’obitorio dell’ospedale di Al Shifa, nella città di Gaza. Omama, 9 anni, ha l’avambraccio destro lacerato e carbonizzato, e la parte superiore del cranio schiacciata. Vicino a lei c’è il fratello di sette anni. Nessuno sa ancora il suo nome. Potrebbe essere Hamza o
Khalil. I parenti non riescono a identificarlo perché non ha più la testa. Anche i genitori di Omama e del fratello sono stati uccisi."
Sharif Abdel Kouddous, The Nation, Stati Uniti
da Internazionale n.1061

Questa è la realtà di Gaza.
Un'immagine di una bambina che raccoglie libri dalle macerie. La voglia di ricominciare, di andare avanti negli occhi di una persona che non ha mai visto la pace.
E la cronaca di un orrore che si fa fatica anche a leggere.
Mentre oggi continuiamo ad assistere a bombardamenti, morti nei campi profughi, negli ospedali. Ancora 9 vittime tra bambini che giocavano in un parco.
Ascoltando le parole di Netanyahu che dice "Non c'è guerra più giusta", e il silenzio del resto del mondo.

giovedì 24 luglio 2014 38 vostri commenti

Storicamente astenuti


Ci sono governi e governi, paesi differenti e scelte da fare. Il nostro, diciamolo francamente, non si è mai distinto per coraggio ed intraprendenza in politica estera, casomai lo abbiamo quasi sempre visto camminare all'ombra di qualcuno.
E infatti mentre il governo dell'Ecuador ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore da Israele il nostro si è affrettato ad allinearsi agli altri strati europei nell'astenersi sul voto della risoluzione Onu per indagare Israele per crimini di guerra. Qualcuno potrà dire che le risoluzioni contano poco, e può anche essere vero, ma nel frattempo noi come al solito ci siamo messi al riparo. 
Che ad astenersi non si sbaglia mai.

mercoledì 23 luglio 2014 27 vostri commenti

Party italiano

Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ci mancherebbe altro. In queste ore in cui la carcassa della Concordia sta navigando verso il porto di Genova viene da pensare però che l'assurdità di certe persone, la mancanza di coscienza vada ben oltre ogni previsione.
Vedere il comandante Schettino imputato al processo per il naufragio della nave da Crociera, felice e contento ad un party di Vip (li chiamano così) nella bella Ischia fa venire i brividi. 
Come quelli  che magari hanno fatto a gara per parlargli e invitarlo. Si tratta di quella parte di paese che se ne frega di tutto, della legge in prima battuta e del prossimo. Quelli che pensano di avere diritto a fare qualunque cosa, quelli che hanno votato tutto l'arco parlamentare, gli arrivati, i superiori trasversali in ogni dove, quelli che ne La Grande bellezza Sorrentino ha dipinto come gli annoiati che non lo fanno vedere.
Immagine allo stato puro di un paese che nemmeno la Commedia dell'arte saprebbe più mettere in scena.
lunedì 21 luglio 2014 29 vostri commenti

Sangue che non andrà mai via

13 anni fa in una scuola di Genova, la Diaz, la stessa dove da piccolo andavo a trovare mia nonna che faceva la bidella, negli stessi corridoi, nelle stesse aule...

''Stavamo entrando nei sacchi a pelo quando abbiamo sentito urlare 'arriva la polizia'. Qualcuno ha chiuso il portone della scuola, noi ci siamo messi contro il muro con le mani alzate. Non e' servito a nulla. Gli agenti hanno cominciato a picchiarci con il manico dei manganelli, a tirarci addosso sedie e banchi. Ci riparavamo la testa con le mani. Ma non si sono fermati finche' nella scuola non hanno fatto il loro ingresso dei funzionari in borghese''.
Anna Martinez, 25 anni, assistente sociale

13 anni... e a rivedere quei posti vengono ancora i brividi per quello che è successo, per quello che non è stato fatto, per i silenzi, per le promozioni date ai colpevoli...

13 anni fa in una caserma di Genova, la stessa che vedevo per andare agli allenamenti...


«Farete la stessa fine di Maria "Sole"»... «Compagno, io t'ammazzo»... «Vuoi rivedere i tuoi figli? Allora firma»...

13 anni fa, calci, sputi, torture.
Cariche delle polizia su gente inerme, anziani picchiati in corso Italia e un ragazzo morto.
Una città che divenne Buenosaires anni 70.
Sangue che non andrà mai via... in quella piazza dove sono nato.
giovedì 17 luglio 2014 60 vostri commenti

In attesa

Indizi di metà luglio.
Allestimento cameretta.
Ecografie.
Esami.
Elenco nomi da scegliere con tanto di scontri diretti.
Lista delle cose da ricordare.
Sorrisi continui di Ernest.
Lista delle cose che mancano.
Borsa pronta a bordo letto.
Prove di partenza verso l'ospedale.
Oggetti misteriosi di cui non si conosce l'uso.
Sorrisi continui di Ernest.
Regali, regalini, magliettine, gonne minuscole, tutine davvero piccole e accappatoi con orecchie.
Colloqui con ostetriche, ginecologi, neonatologi.
Frasi ricorrenti incontrando le persone....
"E godetevela ora che poi..."
"Bravi uscite ora che poi..."
"Tra un po' basta uscite..."
"Vedrai..."
"Ah voglio proprio vederti..."
Sorrisi continui di Ernest.
Corsi preparto con video tipo telenovela piemontese.
Ma cosa starà succedendo ad Ernest?
Dimenticavo...
... continui sorrisi di Ernest.
giovedì 10 luglio 2014 36 vostri commenti

Le porte accanto

E' come se avessi ancora davanti a me la rampa della scala della prima casa dove abitavamo. Gradini che sembravano valichi, niente ascensore naturalmente.
L'altra sera assemblea di condominio. Non è di questo che voglio parlare ma di un piccolo fatto che è accaduto durante la riunione. Uno di quei flash che mi ha riportato a quei gradini, a quelle porte, a quegli anni.
Nel bel mezzo dell'assemblea fatta nell'atrio del palazzo una porta si apre. Esce una simpatica vecchietta che abita da sola e ci guarda, salutandoci come se fosse natale. Chiedendoci, prima di chiudere, per ben tre o quattro volte se avevamo bisogno di qualcosa.
Cose d'altri tempi. In un periodo, ormai lungo, in cui prima di aprire si guarda sette volte dallo spioncino, si fa finta di non conoscere il proprio vicino, non ci si saluta per le scale e se si ha bisogno di un pezzo di burro non viene neanche in mente di suonare alla porta accanto.
Erano i tempi in cui non si chiudevano porte in faccia.
giovedì 3 luglio 2014 24 vostri commenti

Quando un Cavaliere intervista... Ernest risponde

Ora non vorrei annoiarvi troppo con le mie risposte ma se volete leggere qualcosa di mattina presto invece del solito quotidiano, al posto dell'editoriale preferito, al posto del fumetto o del giornale gratuito che tutti i giorni attendete al semaforo... appoggiate un attimo la tazzina del caffè e fate un salto sul sito del Cavaliere oscuro del web lì troverete una mia intervista. Tranquilli non me la sto tirando è che non so come altrimenti chiamarla. Come si suol dire... a domanda rispondo! Non sempre, a volte anche  Ernest fa finta di non sentire le domande specialmente quelle del tipo "perché non hai fatto la spesa?"... "hai buttato la spazzatura?".
Scherzi a parte, ringrazio molto il Cavaliere per lo spazio che mi ha concesso sul suo blog che è sempre ricco di spunti interessanti, come ho detto da lui queste sono occasioni per conoscerci meglio e discutere.

Ecco il link dell'intervista... http://websulblog.blogspot.it/2014/07/intervista-ernest-del-blog-i-diari.html#.U7UAW_l_tqU

lunedì 30 giugno 2014 13 vostri commenti

Quando nei vicoli fischiava il vento

I tempi erano decisamente diversi e non solo questi. C'erano altre donne, altri uomini. Niente marche e tanti ideali. Voglia di libertà e condivisione vera di quelli che erano i valori fondanti della resistenza che da poco era scesa dalle montagne.
Il 30 giugno del 1960 i ragazzi dalle magliette a strisce dissero di no al ritorno del fascismo nella città medaglia d'oro della resistenza, cacciarono dalle vie che 15 anni prima videro i partigiani liberare la città il Movimento Sociale che aveva scelto proprio Genova come luogo per il proprio congresso, un guanto di sfida rispedito al mittente, dando il via alla caduta del governo Tambroni
41 anni dopo Genova si è trovata nuovamente davanti ad una sfida rispondendo alla grande con i cortei contro il G8, insultata ancora una volta dalla presenza di Fini, dall'irruzione alla Diaz, dalle torture nella caserma di Bolzaneto, dai canti fascisti cantati in faccia ai ragazzi imprigionati, dalle cariche delle polizia contro anziani donne e ragazzi che manifestavano pacificamente, da proiettili vaganti in piazza Alimonda "deviati" da sassi come dicono loro. Perché il fascismo è sempre in agguato in forme diverse.
I tempi erano decisamente diversi nel 1960, gli uomini erano diversi e il vento allora fischiava.
A noi hanno raccontato che si dovevano buttare via le ideologie, ma insieme hanno messo anche gli ideali, ed ora la situazione è questa.

mercoledì 25 giugno 2014 34 vostri commenti

Ogni 4 anni

Se c'è una cosa che piace fare all'italiano è quella di criticare  situazioni come quelle dell'eliminazione della nazionale di calcio ai mondiali in Brasile.
Nello specifico ogni 4 anni (a parte una parentesi felice in Germania) in Italia ci si accorge che c'è qualcosa che non va nel mondo del calcio. Al fischio dell'arbitro che decreta l'eliminazione della nazionale si inizia ad inveire contro qualunque cosa... giovani che non vengono valorizzati, stadi vuoti, partite di calcio a pagamento, tessere per andare allo stadio, violenza, stipendi troppo alti e molto molto altro.
Poi verso metà agosto i campi di calcio delle rispettive squadre iniziano a riempirsi degli stessi tifosi e le pay per view contano i soldi delle partite vendute. 
In pochi secondi i problemi emersi in giugno vengono dimenticati.
Così se per caso una società decide di mettere tra i titolari qualche giovane nelle strade si alzano barricate, le vie sotto le sedi delle società si riempono e il rumore inizia a fare a gara con quello del traffico.
In pochi mesi ci si dimentica delle critiche e  si ricomincia a gridare, litigando al bar per qualche risultato, scordandosi del fatto che da anni i vivai vengono dimenticati e che si preferisce pescare all'estero a caso, 
scordandosi che per andare allo stadio ormai bisogna chiedere un permesso firmato dalla Nato, scordandosi che i prezzi dei biglietti sono da manette, scordandosi che in serie A ci sono stipendi che non sappiamo nemmeno scrivere, scordandosi che troppe volte ci troviamo a commentare la morte di qualche ragazzo come in questi giorni per una partita di calcio, scordandosi che abbiamo una federazione che non prende una decisione sensata a tutti i livelli dalle scuole calcio alla serie A, scordandosi che ogni domenica alcuni giocatori lanciano messaggi vergognosi che spesso vengono ripetuti dai ragazzi nei campi di calcio, scordandosi che molte volte assistiamo a scene da brividi sui campi di calcio dilettanti.
Ho smesso di andare allo stadio anni da, amo il calcio quello che non c'è più, provo ad insegnarlo ai ragazzi con la consapevolezza di lottare contro mille problemi e la paura che sia una battaglia persa.
giovedì 19 giugno 2014 32 vostri commenti

Consigli

Il vostro datore di lavoro vi sfrutta?
Il vostro orario è da 1800?
Lo stipendio non vi arriva da mesi?
Rischiate da un giorno all'altro di rimanere a casa?
Siete vittime di ricatti sul posto di lavoro?
La soluzione ve la fornisce mister golfino d'oro. Abbassate la testa, non fate gruppo con gli altri, non cercate solidarietà nei vostri colleghi e soprattutto lavorate lavorate e lavorate perché per Marchionne lo sciopero è una scelta “incomprensibile, irrazionale e ingiustificata”... altrimenti nelle alte sfere come fanno poi a dividersi il malloppo.
martedì 17 giugno 2014 31 vostri commenti

Quando due felpe facevano una porta

Ricordo, anche se ho solo 38 anni, come era diverso il calcio e con lui tutta la società.
E se per caso lo dimenticassi basterebbe riprendere in mano i vecchi album  perennemente con tre o quattro figurine mancanti sempre delle stesse società come se fosse un rituale, una firma.
Un salto immenso da fare guardando le foto di giocatori che a 18 anni sembravano mio padre adesso, baffi incredibili lunghi a tal punto che uscivano dai margini della foto.
Magliette con colletti che neanche Sandro Ciotti avrebbe potuto tanto, pancette che si intravedevano dai profili delle maglie che a differenza di oggi erano comode e larghe in grado di far notare la velocità del giocatore. Niente aerodinamica né pettorali da copertina, niente marche strapagate ma calzettoni tirati giù con tibie da saletta di ortopedia.
Anni in cui il grasso lo si dava sulle scarpe e non in testa, quando gli spogliatoi sapevano di olio canforato e non di champagne o Acqua di Giò, quando ti sedevi dove volevi e non servivano tessere, quando per i mondiali non servivano stadi nuovi ma solamente un campo, 11 giocatori e persone sugli spalti.
E si chiamava ancora sport.

mercoledì 11 giugno 2014 30 vostri commenti

Una brava persona

25 maggio 1922 - 11 giugno 1984

Avevo 8 anni  e non davo peso all'importanza e alla grandezza di quest'uomo. Però ricordo mio padre fiero di passeggiare tra gli stand della festa dell'Unità di Genova sulle note di bandiera rossa.
Con l'orgoglio della sua tuta blu, che non ho mai indossato ma è come se la portassi addosso oggi, parlava di lui, della sua onestà e della capacità di arrivare al cuore delle masse... del popolo della sinistra. Quella vera.
Dicono che si deve guardare avanti e smetterla di vivere nel passato, ma spesso guardando avanti ora come ora si vedono parolai, venditori d'aria, populisti, showman travestiti da buonisti e disonesti che invece di occuparsi del benessere collettivo badano al loro conto corrente.
Quindi è banale e scontato. 
Ma manchi.
Perché Berlinguer era una brava persona.
lunedì 9 giugno 2014 35 vostri commenti

Sliding doors

Quante porte che si aprono e si chiudono incontriamo nella nostra vita. Momenti in cui dobbiamo prendere una decisione, fare una scelta velocemente perché la situazione ce lo richiede.
Sliding doors che ci ritroviamo davanti ciclicamente. A volte ci bloccano il pensiero al punto di rimanere costantemente fissati su quello scorrere.
Rimanere fermi o entrare?
Non sono così vecchio ma ne ho incontrate parecchie nella mia vita. Quella che si è presentata qualche giorno fa mi ha messo in crisi. Un passo avanti e due indietro poi ancora avanti e poi immobile.
Una scelta professionale che mi avrebbe fatto guadagnare di più ma non mi avrebbe consentito di fare tutto il resto. Niente più teatro, niente più calcio e soprattutto probabilmente meno tempo da passare con la mia famiglia.
Da un po' di tempo però sono convinto che "la vita è altrove" come diceva Rimbaud e se abbiamo delle piccole cose che ci fanno stare bene, spazi nostri che condividiamo, se abbiamo la possibilità di mantenerli, lo si deve fare.
Per ora Ernest quella porta l'ha chiusa.
giovedì 29 maggio 2014 41 vostri commenti

Euroscettici?

Ci sono strategie che non si capiscono alla prima. Hanno bisogno di analisi e magari di qualche approfondimento, o forse sono troppo complicate per essere capite da noi poveri cittadini europei.
Quindi ci sarà sicuramente qualcosa di complicato  che non riusciamo a comprendere nelle manovre dei partiti che non vogliono l'Europa unita, il suo parlamento e tutto il resto che però partecipano alle elezioni europee per entrare a Bruxelles. In quel caso l'Euro è ben accetto.
mercoledì 28 maggio 2014 23 vostri commenti

Meglio la terza classe


Ci sono cose che fanno riscoprire l'importanza di viaggiare in treno.
martedì 27 maggio 2014 23 vostri commenti

Déjà vu

4...3...2..1... partiti. Il valzer delle girandole è appena incominciato, pronti a salire sul carro del vincitore e seguire la scia del nuovo faro italiano in stile fonzarelli.
Sembra che ora Renzi piaccia a tutti. Messe da parte le sue dichiarazioni pro Marchionne, i pranzetti con Silvio, la sua tabella di marcia dei provvedimenti non rispettata, il suo mal sopportare i sindacati,  il silenzio sugli esodati e il suo comportamento da primo della classe. Perché è uno furbo... perché ha tempi giusti... perché è uno che sa comunicare... cosa non si capisce bene.
Sembra di avere già sentito queste cose qualche anno fa riferite ad altra persona.
lunedì 26 maggio 2014 11 vostri commenti

Scheda Crociata


Alla fine lo scudo crociato è nel DNA dell'italiano. La democrazia cristiana non è mai sparita, come si diceva in una canzone ha fatto dei giri immensi e poi è ritornata. Come un barattolo di biglie che cade spargendo a destra e a sinistra il suo contenuto, per ritrovarsi poi dopo anni di nuovo insieme.
Probabilmente è quello che vuole l'italiano, ma lo abbiamo sempre saputo altrimenti non si spiegherebbero i vent'anni di Berlusconi.
Perde l'imperatore di Arcore ma nonostante il calo ci sono ancora 4 milioni e mezzo di persone che riescono a mettere la croce sul partito di un pregiudicato, fondato da due individui che sono in carcere e in attesa dell'estradizione. Ma sapevamo anche questo degli italiani.
Un milione e mezzo di italiani hanno deciso di affidarsi ad un personaggio come Salvini votando Lega, così come poco più di un milione hanno sposato la causa dell'ex delfino Alfano che si sta preparando a fare la fine di Fini.
Grillo perde 2,5 milioni di voti probabilmente tornati all'ovile del pd o caduti nell'astensionismo. E da oggi entra di diritto nel club delle dichiarazioni rimangiate visto che aveva detto che in caso di sconfitta se ne sarebbe andato. 
Io come al solito faccio parte delle riserve indiane col mio 4% della Lista Tsipras, un'occasione persa come sempre da quelli che dicono di avere voglia di sinistra e appena hanno l'occasione votano da un'altra parte. Ma sapevamo anche questo degli italiani.
Cosa rimane di tutto ciò?
Il dato che tutti snobbano perché troppo impegnati a festeggiare. L'affluenza. Il 42% degli italiani non è andato a votare.
Questo paese non vota più, non è interessato a questa politica. Tutta, Grillo compreso.
O forse come ha sempre fatto delega ad altri le decisioni, badando solamente a ciò che ha intorno, non più in là del proprio naso.
"Perché bisogna cambiare tutto per non cambiare niente".

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