giovedì 7 maggio 2009

Stabilimenti Fiat a rischio


Domanda. Se non c'è la crisi e dobbiamo essere ottimisti, come è possibile allora commentare la notizia di oggi dei possibili tagli ai posti di lavoro della Fiat in tutta Europa e addirittura di possibili chiusure in Italia?
Altra domanda. Sbaglio o la Fiat qualche giorno fa ha siglato un accordo con Chrysler per l'acquisizione del 35% della società americana in crisi fallimentare?
E ancora. Perché proprio in questi giorni secondo gli analisti finanziari Fiat teneva ad esempio con un utile netto di 1,76 miliardi e ora invece prepara piani di ridimensionamento?
Qualche settimana fa i dirigenti Fiat si erano indispettiti per la reazione dell'Unione Europea che giustamente domandava "dove li prendete i soldi?", aggiungo, visto che solo sei mesi fa piangevano miseria.
Forse farsi belli con gli Stati Uniti è un punto d'orgoglio con un contro salato che devono pagare i lavoratori. Forse i soldi ci sono ma l'avidità è più forte, quindi si agli investimenti in Chrysler ma ci voglio dei ridimensionamenti in tutta Europa. Qui non si tratta di autarchia ma di intelligenza, in questo paese bisogna dirselo la crisi c'è e a sentirla sono soprattutto le famiglie meno abbienti (cioè la maggior parte di quelli da 1000 euro al mese), solo che chi sta al potere non vuole farlo sapere perché è oltre ad essere disonesti, sono anche incapaci.
I tagli, per adesso smentiti dalle alte sfere di Torino, dovrebbero riguardare gran parte d'Europa. Si parla della Germania della fabbrica di Kaiserslautern a rischio chiusura e degli impianti di Ruesselsheim e Bochum con probabili ridimensionamenti. Tagli anche gli a Saragoza in Spagna, Trollhaettan in Svezia, Anversa in Belgio, Luton in Inghilterra e Graz in Austria. Dovrebbero salvarsi Francia, Polonia, Grecia e Serbia.
Veniamo all'Italia. Nel fantomatico piano, presentato da Marchionne durante l'incontro con i tedeschi, si parla di chiusura di due fabbriche in Italia. Una al nord e una al sud. Facendo due conti l'unica fabbrica al Nord è Mirafiori...i commenti sono superflui...pensate quante persone donne e uomini lavorano in quegli impianti di Torino.
Perché il ridimensionamento non parte mai dallo stipendio dei dirigenti e magari dai loro posti, soprattutto per quanto riguarda la Fiat che continua come sempre a far pagare scelte di mercati sbagliate ai lavoratori. Perché per esempio ad essere ridimensionato non è il budget del fantacalcio dei dirigenti della Juventus di proprietà della "famiglia dell'automobile"...la crisi c'è ed inizia a sentirsi colpendo come sempre chi continua a pagarla da più di 40 anni.

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